Come creare un chatbot con personalità (ed evitare l’ennesimo sadbot)

Negli ultimi tempi stanno prendendo sempre più piede i chatbot, degli intermediari virtuali tra cliente e azienda. I chatbot sono intelligenze artificiali al servizio delle persone ma spesso il loro linguaggio è freddo e impersonale. In questo articolo ti do qualche semplice consiglio per trasformare un potenziale “sadbot” in un chatbot con personalità.

Se ci avete chattato, e non vi siete infastiditi – non subito, almeno – per il tipo di interazione, allora l’azienda che l’ha creato ha lavorato bene; se ci avete chattato, e dopo pochi istanti avete iniziato a scrivere voi stessi come foste E.T. (“Telefono assistenza!”) o, peggio ancora, avete chiuso la chat alla velocità della luce allora vi siete imbattuti in quei chatbot che io definisco “sadbot”: ’na tristezza. (altro…)

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Customer service real time: ecco le live chat che funzionano

Il customer service si esprime anche tramite una live chat usabile, con personale competente e rapido nel rispondere alle richieste degli utenti. Facendo un giro sul web, ho delineato le caratteristiche che, a mio avviso, rendono una live chat davvero utile. Ecco cosa ho scoperto.

Non so te, ma quando entro in un negozio e mi imbatto nel commesso che mi piomba addosso e non mi molla più, io scappo.

Sì, perché per dare ai clienti una buona customer experience – ne ho parlato anche nel post sul customer experience management – bisogna bilanciare molti fattori, saper intervenire al momento giusto, offrire alternative valide, conoscere alla perfezione i propri prodotti o servizi.

Ecco, oggi voglio parlarti di un particolare canale del customer service, quello che potrebbe essere definito come un commesso virtuale: la live chat. (altro…)

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Come gestire il cliente in una web agency

Capire le reali esigenze del cliente, fargli percepire il valore del tuo lavoro e gestire piccole e grandi crisi sono solo alcune delle funzioni di un client director. Qui ti do qualche consiglio pratico su come avere clienti soddisfatti e aumentare le possibilità che un prospect ti scelga.

Che tu sia un copywriter, un social media manager o un esperto di content marketing, scommetto che molto spesso ti sei trovato ad affrontare situazioni come queste:

  • Il cliente ha investito molto denaro in un progetto di un’agenzia X e non ha ottenuto i risultati sperati/promessi. Si rivolge a te per correggere il tiro.
  • Il cliente ha approvato un preventivo, ma nel corso del lavoro ti chiede dei “consigli” che di fatto sono lavoro extra.
  • Il cliente non percepisce il valore del tuo lavoro e reputa troppo alta la tua richiesta.

Bene, ho una notizia per te: esiste una figura professionale che si occupa di gestire (e trovare una soluzione) a queste situazioni e a molte altre. In questo post ti parlerò del client director, il punto di raccordo tra i clienti e l’agenzia, la persona che si assicura che il cliente sia soddisfatto e che si fidi di te. (altro…)

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10 modi in cui stai rovinando la tua landing page (con rimedi)

Per distruggere il potenziale successo di una landing page ci vuole poco. Una value proposition assente o poco chiara, foto stock, mancanza di credibilità, sequenza di pensiero non ottimizzata, mancanza di “sapore”, formattazione del testo caotica, design amatoriale, impossibilità di visualizzare correttamente la pagina da mobile e ancora contact form pessimo e troppe opzioni assieme possono davvero trasformarsi nella palla demolitrice della tua landing page. In questo post analizzo tutti questi problemi e, per ciascuno, ti aiuto a trovare la giusta soluzione.

Hai un prodotto che farebbe invidia al Winner Taco. Che riuscirebbe a smuovere il web più di un contest Starbucks. Che riscuoterebbe più citazioni di #unamacchinaperrudy. E allora, che diamine stai combinando con la tua landing page?

Di modi per rovinare i risultati che potresti ottenere con una landing page ce ne sono diversi. Oggi, dopo aver ripescato vecchi appunti di un webinar Unbounce, ti voglio dare una mano. Ti parlerò dei 10 principali modi con cui stai facendo un disastro, e ti aiuterò a trovare #unrimediopertutty. (altro…)

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Contenuti utili, di qualità o in quantità?

Blog post

Si fa un gran parlare di qualità e quantità: ma siamo davvero sicuri che siano due fattori rilevanti per la Seo del tuo blog? Google, ahinoi, non è una persona e dovremmo smettere di antropomorfizzarlo, accettando che sia un insieme di algoritmi e che certi fattori non riesca a recepirli davvero. Qual è quindi la cosa che devi tenere a mente quando scrivi un blog post? L’utilità per il tuo pubblico. Scoprine di più.

Contenuti di qualità o contenuti in quantità? Cos’è meglio per un blog? Cosa aiuta la SEO? Questa la domanda che ha aperto un recente post di Valentina (che vede anche il mio contributo), ed è la stessa che ho scelto di utilizzare per il mio.
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Fare negative advertising di sé stessi. Tu ce l’avresti il coraggio?

La negative advertising consiste nel “parlar male” dei competitor ed è una forma di comunicazione piuttosto usata. Anche e soprattutto in politica (vd. campagna M&C Saatchi per il candidato David Cameron). Ma chi avrebbe il coraggio di darsi addosso? Dopo il celebre annuncio stampa Avis, firmato dal maestro Bernbach, un altro brand torna a parlar male di sé: l’Hans Brinker Budget Hotel di Amsterdam. Qui ti propongo l’intervista che ho fatto al marketing manager della struttura, condita da considerazioni sparse e qualche foto delle più celebri campagne del brand.

Siamo abituati a rompere più i cosiddetti che gli schemi. Come scriveva Bambarén in Lettera a mio figlio sulla felicità, “soltanto chi osa spingersi un po’ più in là scopre quanto può andare lontano”. E per fortuna c’è qualche brand che il coraggio di osare ce l’ha e che lontano ci va, ci va eccome.

Un modo per osare è utilizzare la negative advertising (che tra l’altro a me non piace affatto), al contrario, ossia su sé stessi – anche perché a parlar male degli altri siamo tutti dei campioni. Chi, però, avrebbe il coraggio, la pazzia e la sfrontatezza di parlar male di sé? (altro…)

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Content marketing: misura il ROI oggi, parati il BEEEP domani

Misurare il ROI del content marketing è utile al freelance per dar valore al suo lavoro; all’azienda per capire su quali canali investire di più. Banalmente, il ROI si calcola così: Guadagni MENO Investimenti DIVISO Investimenti. Banalmente, appunto. Qui ti spiego come monitorare i tuoi link (usando l’URL Builder di Google), come personalizzarli in base al canale che userai per distribuirli e come far quadrare il cerchio.

Quanto ci tieni al tuo popò? Scommetto un bel po’. Allora il ROI della tua strategia di content marketing lo calcoli di sicuro… No? Ahi ahi ahi.

Per fortuna allora che ho pensato a te – e al tuo popò (anche se non ci ho pensato come potresti pensare) – e che mi sono messa a studiare giorni e giorni, ma che dico giorni? GIORNI, per stilare una guida che ti illustri passo passo come misurare i risultati del content marketing. (altro…)

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La matrice del content marketing: i 4 tipi di contenuto di cui hai bisogno


Esistono 4 tipologie di contenuto: il contenuto che fa divertire, che educa, che ispira e che convince. Tra i contenuti che fanno divertire abbiamo: video, contenuti grafici, gamification e post. I contenuti che educano, invece, sono: white paper, webinar ed e-book. Quelli che ispirano sono recensioni dei clienti e pagina “Chi Siamo”, mentre tra quelli che convincono spiccano le FAQ e i case study. In questo post analizziamo, una ad una, ciascuna delle varie tipologie di contenuto del Content Marketing Matrix.

Ogni giorno il copywriter si sveglia e sa che dovrà scrivere più veloce dei bisogni del prospect. E che dovrà farlo non bene, ma alla grande. E così pure lui, il prospect, ogni giorno si sveglia e sa che gli toccherà leggere un mare di insulsi contenuti, prima di arrivare a quelli che toccheranno le corde dei suoi bisogni. Quelli che il nostro copywriter avrà scritto per lui, per informarlo, farlo divertire, persuaderlo e convincerlo.
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HubSpot e l’inbound marketing blog che ti delizia

Hai mai pensato di fare del tuo blog la pietra miliare della tua marketing strategy? Se sì, allora una case history da prendere ad esempio è quella di HubSpot, azienda fondatrice del blog di inbound internet marketing più seguito del web. Io sono una fedelissima di HubSpot che, in quanto a contenuti, sa deliziarmi come pochi. E non sono certo l’unica ad essere stata conquistata da HubSpot. Tant’è che sul libro “Content Rules: How to Create Killer Blogs, Podcasts, Videos, Ebooks, Webinars (and More) That Engage Customers and Ignite Your Business” – il libro con il titolo più lungo mai scritto – Ann Handley di MarketingProfs e C.C. Chapman dedicano un capitolo proprio alla sua content marketing strategy. Il suo fulcro? Il blog.
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Facebook marketing. A lezione con Mari Smith

Conosci già la solare e brava Mari Smith? È un’esperta di fama internazionale in marketing di Facebook. E ieri proprio di Facebook marketing ha parlato in un suo webinar. Per seguirlo ho fatto notte, ma ne è valsa la pena.
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