Il cliente ti ha commissionato la scrittura dei testi del suo sito web. Dopo aver fatto, in ordine, la tua personale danza della vittoria, i ringraziamenti a Google e un check veloce del tuo conto in banca per capire di quanto aumenterà (sperando che il cliente paghi, ovvio), è il momento di iniziare.
Brief-quel-mistero, prima bozza, correzioni, seconda bozza, correzioni, invio. Eccoci al dunque: l’invio dei tuoi testi web. Come dovrebbe inviare un copywriter il suo lavoro? In questo post ti illusterò 5 modi per spedire i testi finali al cliente.
Una firmetta e passa la paura
Anche se non sarà il tuo bunker, potrebbe diventare il tuo para-tallone d’Achille. Di cosa sto parlando? Ma del contratto da far firmare al cliente, ovvio. Molti copywriter sottovalutano l’importanza di questo aspetto. Si fanno firmare il preventivo e, via!, il gioco è fatto.
In realtà non basta. Non basta far firmare un preventivo. Bisogna allegare a quest’ultimo delle clausole contrattuali ben precise. Per il contratto che rigiro ai clienti, mi sono rivolta allo studio Melica, Scandelin & Partners. I professionisti che vi lavorano sono specializzati in comunicazione web quindi, quando chiamerai e dirai loro: “Salve, sono un copywriter”, non capiranno “copyright”, né “copriwater”. Esistono altri studi specializzati in comunicazione, ma non li menziono per il semplice fatto che non li conosco.
Il contratto ti tutelerà e, qualora il cliente non dovesse pagare, avrai modo di poterti rivalere su di lui. O, meglio, sulla legge che in teoria e in pratica dovrebbe tutelarti.
E adesso vediamo i vari modi con cui puoi inviare i tuoi testi web.
Quando del cliente ti fidi…
Esistono due categorie di clienti: quelli che conosci e di cui ti fidi, quelli che non conosci e di cui non ti fidi. Poi, vabbè, ci sono anche quelli che conosci di cui non ti fidi ma a quel punto eviti di lavorare per loro. Giusto?
Parliamo subito dei clienti fidati. Quelli che, in poche parole, ti pagano. In questo caso, puoi utilizzare strumenti “aperti” come quelli che seguono.
Word. Semplice semplice
Per questo primo strumento, Word, non sprecherò una parola di troppo. Word lo conosci, ci lavori tutti i giorni, sai benissimo come funziona. Che altro aggiungere?
Google Drive. Veloce e pratico
Google Drive è uno strumento che velocizza la pratica dell’invio dei testi. Quando inizi il tuo lavoro di copywriting per il cliente fidato, apri subito una cartella su Google Drive. Lì dentro potrai far inserire al cliente il brief compilato e altro materiale utile.
Sempre lì, nella cartella di GoogleDrive, inserirai i tuoi testi. Semplice, veloce, pratico.
Hackpad. Cooperazione e real time
Quando ho scoperto Hackpad mi sono subito resa conto delle tante potenzialità di questo strumento. Puoi aprire un hackpad per ogni lavoro che vuoi condividere col tuo cliente fidato. Occhio però, ricordati di cambiare le impostazioni sulla privacy che trovi nella sidebar di destra. Quando apri un hackpad, di default le impostazioni sono settate su “aperto a tutti col link”. Cambiale subito con “aperto ai soli invitati”.
Nell’immagine che vedi qui sotto, ho raccolto qualche indicazione base per iniziare a utilizzare Hackpad.
Il bello di questo strumento è che il cliente può seguire in tempo reale lo sviluppo del lavoro. Per esempio, se ti chiama per chiederti una correzione al volo, potete entrambi accedere all’hackpad. Lui vedrà, nell’esatto momento in cui tu andrai a lavorarci, le tue modifiche. Tutto in tempo reale. Forte, vero?
Taco Editor. I tuoi testi in html
E se poi al cliente gli vuoi proprio bene, e gli vuoi semplificare la vita, puoi inviargli i tuoi testi in HTML. Come? Io personalmente mi trovo molto bene con l’editor HTML Taco per Mac.
Hai la possibilità di provarlo gratis e poi, se ti ci trovi bene, lo acquisti per meno di 20 euro.
Quando del cliente non ti fidi…
Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. In questo momento parla la copywriter con la luna storta. Quella a cui qualche lavoro non è stato pagato. Quella che si è fidata e si è ritrovata con una cesta di cetrioli. Quella che vorrebbe evitare, almeno a te, di mangiare tzaziki per tutta l’estate.
Di soluzioni per proteggere il tuo lavoro da mani cetriolose ce ne sono, ahinoi, troppo poche. La prima te l’ho detta: tutelati con un contratto stilato ad hoc per te da un legale. La seconda è questa: invece di inviare un file aperto, spedisci i tuoi testi in un file protetto.
Word, Google Drive, Hackpad, Toast: tutti questi tool ti permettono di creare/inviare un file subito pronto per il copia/incolla. Se il cliente è nuovo, se non ti senti in vena di dargli subito fiducia, se vuoi tutelare ancora di più il tuo lavoro, allora prova questa soluzione: il .pdf protetto. Bada bene, esistono comunque dei modi per sbloccarlo, ma li conoscono solo i clienti un po’ più smanettoni.
Pdf con password. Per bloccare i furbetti
Dopo aver scritto i tuoi testi su Word, invece di salvare il file come .doc, salvalo come .pdf. Ecco come:
- Proteggere i .pdf con Mac: in questo caso ti piace vincere semplice. Tutto quello che dovrai fare è aprire il tuo file .doc; andare su file-> stampa-> PDF-> salva come PDF -> Opzioni di sicurezza. Nelle opzioni di sicurezza metti la spunta sulle voci “Richiedi password per copiare testi…” e “Richiedi password per stampare…”.
- Proteggere i .pdf con PC: se non vuoi spendere una barca di soldi per la suite completa di Adobe, in commercio puoi trovare tanti altri software che ti permetteranno di proteggere il tuo .pdf. Per esempio, puoi usare PDF995 ($ 19,95) o, come mi ha appena consigliato Daniele Imperi, va benissimo anche PDFTK – che, tra l’altro, è pure gratis.
L’alternativa può essere quella di fare uno screenshot dei testi e inviarli come immagine. Il cliente potrà sempre utilizzarli, ma dovrà digitalizzarli riscrivendoseli da sé. In questo modo, quindi, renderai un po’ più faticoso il copia/incolla. Lui, nel frattempo, potrà leggere i tuoi testi e sapere che hai lavorato bene e sul serio. Poi, una volta effettuato il pagamento, riceverà il testo in formato .doc o .html come da accordi.
E tu: come invii i tuoi testi al cliente?