Quando la copywriter va in vacanza

Quando la copywriter va in vacanza

Cosa fanno i copywriter quando vanno in vacanza? Non so come si comporti la categoria in generale, ma posso dirti quello che ho fatto io in vacanza quest’anno.

Non ti racconterò delle belle spiagge su cui mi sono spaparanzata al sole, né del mio giro in mongolfiera e neanche dei posti stupendi che ho scoperto percorrendo l’Italia quasi per l’intera sua lunghezza in 3 settimane.

Ok, ora che mi sono attirata addosso l’odio dei lettori che in vacanza non ci sono ancora andati e, ancor più, di quelli che non ci andranno per niente, vado al sodo e ti dico di cosa ti parlerò in questo post.

In vacanza non me ne sono stata tutto il tempo su Facebook a postare le mie giornate minuto per minuto. O meglio, non ho fatto solo quello. Tra uno status update e l’altro ho aperto gli occhi, mi sono guardata intorno più volte mi sono ritrovata a esclamare “ah, interessante!”, riferendomi ora a un pay-off d’effetto letto su un manifesto, ora a una pubblicità azzeccata sul retro di un autobus.

E dopo aver raccolto un po’ di “ah, interessante!” di qua e di là, ho deciso di iniziare a fotografare le cose che mi hanno fatto pronunciare quest’esclamazione per poi farne un post per il blog.

Così, eccomi qui: ti invito a prenderti 2 minuti di vacanza da qualsiasi cosa tu stia facendo e scoprire cosa ho fotografato in questa mia “very copy summer”.

La copy e il customer care espresso

La sottoscritta copywriter anche in vacanza fa uso e abuso di caffè. Ecco perché, durante i miei viaggi, le aree di servizio in autostrada mi appaiono come oasi nel deserto.

Non so perché, ma nelle aree di servizio tento sempre la fortuna comprando un gratta e vinci e, poiché non vinco, per sollevarmi l’umore passo subito al caffè.

Ebbene, quest’anno al banco bar dell’Autogrill, sorseggiando il mio caffè, mi sono trovata faccia a faccia con questo esempio di customer care, come dire… espresso.

customer-care-autogrill

Non ti piace il caffè che ti abbiamo preparato? Te ne facciamo subito un altro. Perché – si legge su un totem all’ingresso dell’Autogrill – “Il tuo caffè ci tiene svegli la notte”. E non solo lo scriviamo, ma te lo dimostriamo. Al banco. Io l’ho trovata una scelta intelligente e mi sono detta “ah, interessante!”.

Sai cos’altro c’è di interessante? Al ritorno dalle vacanze, ho comprato un gratta e vinci in un’area di servizio e ho vinto 40 euri. 😀

La copy a pesca di loghi

Durante le mie ferie estive ho visitato Genova per la prima volta, e per la prima volta ho mangiato la focaccia di Recco e la farinata e non per la prima volta mi sono ritrovata di fronte a un’amica che mi ha chiesto un parere sul logo dello studio veterinario per cui lavora.

Ora, io sono una copywriter e non una grafica, ma qualcosina sull’argomento loghi l’ho imparata e l’ho condivisa con lei.

So che il logo non è un disegnino, ma deve essere pensato come parte integrante di una strategia di marketing e comunicazione, perché sarà la tua bandiera in ogni dove: dal biglietto da visita all’insegna, dal tuo sito web ai prodotti che commercializzerai.

Il logo è il primo elemento di riconoscimento di un’azienda.

Dal punto di vista delle caratteristiche grafiche – ho detto alla mia amica – è bene tener conto del trend del momento. Le ho quindi spiegato che adesso vanno di moda i loghi flat.

Poi una sera, a Boccadasse, un caratteristico quartierino di Genova, ci siamo fermati in una trattoria specializzata in piatti di pesce. E qui ho potuto farle vedere un esempio di logo, a parer mio, ben riuscito: è in linea con la natura dell’attività che rappresenta e, soprattutto, è creativo. E no, non è flat, belin!

logo dindi

Che dici amico grafico? Le ho fatto un buon esempio?

Che ci FA(I) una copy in un castello?

Da Genova, io e il mio lui (il mio smartphone) ci siamo spostati al castello di Masino, in Piemonte. Il castello è di proprietà del FAI (Fondo Ambiente Italiano) che, per chi non lo sapesse, si occupa della tutela del patrimonio artistico, culturale, ambientale e paesaggistico del Bel Paese. È un lavoro arduo e oneroso e il FAI sa come comunicarlo. Per esempio, durante la visita al castello mi sono imbattuta in questo cartellone:

copywriting-fai

Noi copywriter sappiamo bene che i numeri arrivano prima delle parole e qui ho trovato un ottimo esempio di copywriting numerico, informativo e persuasivo.

Ah, voglio farti vedere anche questa brochure del FAI dal copy davvero creativo.

brochure fai

La copy e il marketing non convenzionale, non profit e… gravitazionale

Mentre sul web imperversava il fenomeno dell’#IceBucketChallenge, io mi trovavo dalle parti della Franciacorta.

E nella terra dello spumante, all’interno di un centro commerciale, mi sono ritrovata di fronte a una bella iniziativa di unconventional marketing non profit dell’Amref (African Medical and Research Foundation). La campagna è destinata alla raccolta fondi per la costruzione di pozzi d’acqua in Africa.

imbuto gravitazionale amref

Al posto della classica cassetta per raccogliere denaro, hanno installato un imbuto gravitazionale a forma di pozzo.

unconventional marketing non profit

Per chi non avesse mai visto un imbuto gravitazionale durante la classica gita scolastica al museo delle scienze, la cosa funziona così: lanci una moneta e questa percorre l’imbuto con un movimento vorticoso fino a che non viene inghiottita, cadendo in questo caso nel pozzo e diventando una donazione. Il gioco dell’imbuto gravitazionale viene utilizzato per illustrare il moto dei pianeti intorno al Sole. Ma non mi inerpico in spiegazioni fisiche e ti faccio esporre il tutto dall’immagine qui sotto.

pozzo-amref

Insomma, con questo pozzo gravitazionale la donazione diventa un gioco (per di più istruttivo), un’esperienza nuova. Io lo promuovo questo esempio di unconventional marketing non profit. Tu?

Siamo giunti alla fine della mia vacanza e della tua. Piaciuto il viaggio nella mia “very copy summer”? Se sì, condividilo!

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