Dove sei stato in ferie questa estate? Io sono tornata nella mia amata Grecia, a Santorini.
Purtroppo, a differenza di molte persone che in vacanza riescono a staccare la spina, io continuo a macinare, macinare, macinare… Il mio cervello non si scollega mai del tutto da quello che è il mio lavoro di copywriter. Infatti, anche in ferie, anche a Santorini, sono riuscita a imparare qualcosa per il mio – il nostro – mestiere.
Tutto ha inizio un giovedì sera. Pensa a una di quelle sere in cui non hai voglia di cucinare e vuoi provare un ristorantino tipico. Non conosci la fama delle varie taverne e ti lasci guidare dal fiuto, dal menu, dall’affluenza di persone sedute e dall’estetica del ristorante. Di solito sono questi i parametri di scelta, giusto?
Bene. Allora adesso seguimi. Ti mostrerò come, anche tu, sceglierai il mio stesso, identico ristorante.
Kalimera, stretta di mano e il copy abbocca
Cammini lungo la via e i camerieri dei locali si avvicinano. Ti parlano, ti invitano a entrare. La prima taverna ha musica tipica dal vivo. Tanta gente. Arredi spartani. Un chiasso infernale. Passi oltre.
La seconda ha un qualcosa che non ti convince. Non sai dire cosa, ma di solito ascolti questi campanelli d’allarme. Non fai in tempo a metter piede sul confine immaginario che separa questa dalla successiva taverna che un cameriere ti stringe la mano.
“Ehi, ciao!“. Rispondi al saluto anche se sei infastidito da quel contatto così diretto. La stretta di mano continua e tu non puoi sottrarti.
“Italiani, eh?“. Accenni a un sì, mentre tutto quello a cui pensi è fuggire. La tua mano è ancora nella sua. “Io mi chiamo Daniel, piacere. Non parlo molto bene italiano ma mio capo se aspetti lui parla bene. Aspetta ti prego“. Mezzo secondo e arriva lui. Il nostro grasso, grosso marketer greco – in realtà non è né grasso né grosso. La sua ‘cicciosità’ sta nel suo sapersi vendere. E pure bene, mooolto bene.
“Ciao amici. Allora italiani, eh? Qui si mangia bene, promesso. Ora ti spiego il menu“. Tu a quel punto approfitti di quella breve pausa per declinare l’invito. Lui coglie con più maestria di te l’attimo e ti cinge una spalla. “Qui abbiamo porzioni abbondanti. Un’insalata greca va bene per due. E vedi immagine del bicchiere di vino (indica una illustrazione sul menu)? I miei bicchieri di vino non sono così, sono pieni fino all’orlo“.
Tu sei ancora un po’ scocciato, ma ormai sono passati 5 minuti. E in quei 5 minuti hai ascoltato praticamente tutto il menù. Fai un passo indietro e, di nuovo, chi ti sta davanti capisce le tue intenzioni.
“Tanto va la gatta al lardo…?“. Ti fa. Non capisci ma, di impulso, rispondi. “Meglio un uovo oggi…?” e, ancora: “Gallina vecchia fa…?“. Al quinto proverbio da terminare gli chiedi: “Scusa ma che c’entrano adesso i proverbi?“. Vieni invitato a entrare per risolvere l’enigma.
Dopo la stretta di mano, questo è il secondo contatto da cui non ti riuscirai a liberare.
“Tu che hobby hai? Io colleziono questi“. Sotto il naso ti compare una mazzetta di ricevute fiscali con su scritti proverbi italiani. “Tu ti siedi, mangi mia cucina buonisssssima, e poi mi lasci uno di questi.”
Ormai sei dentro. Vicino, vicinissimo a un tavolo. Una coppia di italiani ti guarda sorridendo. Lei ti dice: “Tranquilli. Qui si mangia bene“. Fai spallucce, sei caduto nella rete e adesso tutto quello che puoi fare è solo e soltanto SEDERTI.
Quelle attenzioni che un cliente non dimentica
Il proprietario, sorridente più che mai, apparecchia la tavola con la tovaglia di carta d’ordinanza. Si sfila la penna dal taschino e ti chiede: “Come ti chiami? Io Nikos“. Scrive il suo nome sulla tovaglia di carta. Poi chiede il tuo e scrive anche questo, accompagnandolo con una freccia rivolta verso di te.
In questo modo, per tutta la sera, ti chiamerà per nome.
Ordini moussaka, saganaki, vitello al vino e souvlaki di maiale.
Tutto ottimo, in effetti. Hai la pancia strapiena e sei soddisfatto di quella taverna, una taverna così spartana che senza Nikos a tirartici dentro tu, quasi di certo, avresti ignorato.
Nikos torna non appena chiedi il conto. “Adesso io ti offro un dolcetto e grappa. Tutto gratis, offro io. Tu queste cose non le paghi“, ti dice. Poi aggiunge, rimettendoti sotto il naso la mazzetta di ricevute: “Ora tu mi scrivi un proverbio. Però no uno che già c’è“.
Si allontana e ti lascia da solo con i proverbi degli altri avventori. Quelli che, prima di te, hanno mangiato l’alta, succosa moussaka di Nikos. Quelli che, magari proprio come te, sono stati trascinati dal savoir-faire del simpatico greco. Il tuo (“Meglio la faccia rossa che la panza moscia”), dopo avergliene spiegato il senso, lo fa ridere di gusto.
Ti premia con un piccolissimo sconto, sottolineando il fatto che quel micro ribasso di 1€ – da 51 a 50 euro – è simbolico, ma che ci teneva a omaggiartene. Prima di salutarti ti allunga il biglietto da visita con un -10% scritto a penna e ti fa: “Quando torni, mangia pesce qui da me. È buonissimo. Io prossima volta ti faccio uno sconto del 10%“.
Tu saresti tornato a provare la grigliata mista di pesce per due?
Le lezioni di marketing by Nikos
Ricapitoliamo un attimo. Cerchiamo di fare il sunto di quanto Nikos, senza saperlo, ci ha insegnato:
- studia il cliente e parla la sua stessa lingua;
- di fronte a un accenno di incertezza da parte del cliente, fallo parlare col tuo superiore. Sentire la voce del responsabile lo tranquillizzerà;
- spendi qualche parola in più sui tuoi servizi. Spiega al cliente il valore aggiunto del tuo “menu”;
- se ti è possibile incontrare il cliente di persona, fallo. Il contatto diretto è sempre più efficace di quello telefonico (anche se, come puoi leggere qui, in un post di Andrea Girdardi, hai buone possibilità di prendere il cliente anche per telefono);
- sorridi, sorridi più che puoi. Anche per telefono il cliente riesce a “vederti”. Quando sorridi, la tua voce è più dolce e il cliente si sente più predisposto a interagire e trattare con te;
- ricordati il nome del tuo cliente. Appena te lo dice al telefono, ripetilo ad alta voce di modo da memorizzarlo (e scrivitelo anche su un pezzetto di carta, per sicurezza). Chiamalo per nome più volte;
- mantieni le tue promesse. Sempre;
- punta sui feedback degli altri. Molti clienti si prendono proprio grazie ai commenti positivi di altri clienti;
- consiglia al cliente quello che può essere meglio per lui. Non per te.
- cerca di includere il cliente in alcuni passaggi del processo di produzione. Rendilo protagonista;
- inserisci nel tuo preventivo un piccolo bonus. Quando invii il preventivo fa’ presente al cliente che gli hai regalato un servizio del valore di X euro;
- offri uno sconto per l’acquisto di più servizi congiunti o per lo stesso servizio protratto nel tempo (es. gestione social, gestione blog).
Ah, dimenticavo. Prima di salutarti ti lascio i riferimenti per andare a conoscere Nikos di persona. Lo trovi a Santorini, zona Kamari, al ristorante Peros. Inizia a prepararti qualche bel proverbio 😉 e, nel frattempo, leggi i commenti dei suoi avventori qui.
PS: Ringrazio il maritino che si è prestato a farmi da modello per le foto di questo luuuuuungo post.