Magari questa domanda te la sei posta anche tu, forse poco prima di cliccare il pulsante “Pubblica”. O magari di fronte al post dell’ennesima “star del web”, più di preciso in corrispondenza di quel “un idea” senza apostrofo. O, ancora, leggendo i commenti bravo-ottimolavoro-grande-numero1 sotto a un post che, in effetti, ti ha fatto porre più di una domanda.
Nello specifico, la domanda “il pubbblico capisce (davvero) il valore di un contenuto?” me l’ha rigirata Valentina Coppola su Google+ in riferimento al post della scorsa settimana su Click to Tweet e Social Locker.
Ecco cosa mi ha scritto Valentina:
[…] Non sono sicura, però, che le persone che oggi navigano su internet siano tutte in grado di capire quando un contenuto è di valore e quando no.
Ti faccio un esempio pratico con la moda del momento: Klout. Molti blogger sono impazziti e hanno iniziato a dare consigli di ogni tipo su come utilizzarlo e quanto sia importante. Ho letto su un blog (sinceramente non ricordo quale) che c’è persino chi lo utilizza per dar valore alle persone che sono in un determinato settore professionale. Il post diceva può o meno così: “Se hai un punteggio superiore a 62 allora sei una persona valida; altrimenti no”. (Come se uno che si occupa di social media a livello professionale possa riuscire a trovare facilmente il tempo anche di dedicarsi a far aumentare il suo punteggio oltre che a svolgere il suo lavoro).
Se il punteggio klout viene utilizzato come metro per capire se una persona o un blog è di valore (purtroppo credo stia accadendo proprio questo ultimamente) e se sono persino dei blogger che si occupano di marketing e social media a consigliarlo, sinceramente mi cadono le braccia.
Mi cadono le braccia perché far aumentare il punteggio klout è un gioco da ragazzi: basta iniziare a condividere sui social messaggi contro la morale e l’etica per iniziare a ricevere commenti negativi, insulti e condivisioni che creano interazioni e, magicamente, fanno aumentare il punteggio.
Per questo ti chiedo, e chiedo anche a tutti coloro che hanno avuto voglia di leggere questo commento fin qui: siamo sicuri che le persone oggi siano in grado di distinguere un contenuto di valore da uno che non vale nulla?
La mia idea sulla comprensione del valore
Valentina ha posto una domanda interessante. Soprattutto, è andata a toccare uno dei “nervi scoperti” del web. La verità? Mi sono chiesta anche io, più volte, se il valore possa essere qualcosa di oggettivamente riconoscibile. La risposta che mi sono data è sì, anche se lo standard del valore si è andato via via abbassando per tutta una serie di motivi che ti dirò.
Lascia che ti spieghi cosa voglio dire.
Io credo che il valore sia senza dubbio qualcosa di percepibile. Ti faccio un esempio. Immagina di trovarti in un ristorante e di ordinare dal menu un piatto di spaghetti ai frutti di mare. Dopo 10 minuti ti arriva un bel piatto di ceramica smaltata con dentro degli spaghetti che hanno un aspetto super invitante. Ti viene già l’acquolina in bocca al sol guardare quelle vongole belle cicciotte, e quei pachino appena saltati e le cozze, oddio le cozze, così grandi e succose.
Prendi la forchetta e inizi ad arrotolare freneticamente. Porti il nido di spaghetti in bocca e – orrore! – sono andati di cottura, sono sciapi e pieni di sabbia. Il piatto di ceramica, la presentazione, i frutti di mare così carnosi ti hanno illuso. Senti la sabbia che scrocchia sotto ai tuoi denti e ti senti deluso.
Adesso trasforma il piatto in un blog post. Le vongole in testo, le cozze in grafica. Il pacchetto è ben confezionato, ma la sabbia tra i denti riesci a sentirla lo stesso. Il testo non è come uno spaghetto, ma puoi comunque masticarlo. Assaporarne le sfumature, il significato, lo stile. Non mentire: sai quando un contenuto ti piace (davvero) e quando ti fa l’effetto dello spaghetto allo scoglio con sabbia annessa.
Se non te ne rendessi conto – cosa a cui non credo minimamente – vorrebbe dire che il tuo cervello potrebbe essere venduto per nuovo. Quindi, in sostanza, sì: il valore lo si riconosce.
Un contenuto, in linea di massima, è di valore se migliore la vita delle persone. Non importa come e in che misura. Può aiutare Carlo perché è un contenuto divertente, e Carlo è un tipo musone. Può aiutare Simona perché raccoglie informazioni utili
Ci sono blog famosi, trafficati più di via del Corso il sabato; ci sono persone che ti ispirano, seguite più del profilo di Belen su Instagram. La confezione è allettante; la sostanza, una volta “masticata” meglio, non è tutto ‘sto granché.