Micro-copywriting: basta poco che ce vò

Micro-copywriting: basta poco che ce vò

Ok, sei un copywriter, ma sei anche un micro-copywriter? No, non si tratta dell’ennesimo profilo professionale con la parola “writer” in mezzo. In realtà, se sei un copywriter, e nella fattispecie un web-copywriter, sei un anche un micro-copywriter, ossia un professionista della scrittura che sa come convertire il lettore con le parole anche quando le parole sono solo due di numero.

In questo post vediamo assieme dove fare micro-copywriting, in quali luoghi di una pagina web spendere quelle due parole ti fa “guadagnare” un’azione da parte del tuo lettore. Se fai del buon micro-copywriting quell’azione non sarà cliccare su “torna indietro”, ma proprio quella che vuoi lui compia.

Perché fare micro-copywriting

Valentina mi ha insegnato un concetto di grande importanza: aver cura dei contenuti web a 360°, dal post di un blog a un post su Facebook, da una home page a una landing page. Come? Scrivendo bene, certamente. Ci mancherebbe altro. Ma soprattutto costruendo e condividendo un contenuto “bello” dal punto di vista esperienziale. Copy, immagini, font, colori tutto concorre a fare del tuo contenuto un buon contenuto, e, se possibile, ottimo!

Il micro-copywriting è un’operazione che ha a che fare con l’aver cura del lettore e con il conversion marketing.

Ecco, anche il micro-copywriting rientra nell’ottica dell’aver cura perché le parole giuste, messe al posto giusto aiutano il lettore a orientarsi. E sai dove punterà la sua bussola? Verso la conversione (no, non quella religiosa).

Il micro-copywriting, infine, è utile anche per fare test su alcuni elementi di una pagina web e capire se il copy, posizionato in punti strategici, può aiutarti a ottimizzare le conversioni.

7 luoghi dove fare micro-copywriting

Ma è giunto il momento di fare due passi nei luoghi in cui il micro-copywriting è, di volta in volta, utile, “faigo”, obbligatorio. O tutte e tre le cose assieme. Indi per cui, a suon di Ramones ti dico: Hey, ho! Let’s go!

Bio di Twitter: cinguettami chi sei

Bio Twitter
Mattia Lissi è un esperto di SMM e vive a Milano, è appassionato di infografiche ed è un tipo assai curioso. Lo conosco di persona? Proprio no. So tutte queste cose di lui perché le ha scritte nella sua Bio di Twitter. Mattia ha fatto micro-copywriting. Quello che non fanno i famosi “senza-Bio”. E dimmelo chi sei e cosa fai, no? Ah, se possibile, dimmelo in italiano (a meno che non ci siano motivi validi per scrivere la Bio in inglese). Ah, in italiano corretto. Stiamo pur sempre parlando di copywriting. E comunque, sono veramente troppo pochi 160 caratteri per farci finire dentro un refuso. Piuttosto, mettici:

  • la tua keyword principale (la mia è copywriter) che aiuta il potenziale follower a capire subito chi sei;
  • una frase, che, a parer mio, è molto meglio di un’accozzaglia di termini;
  • un pizzico di creatività, che non guasta mai;
  • il link al tuo sito di riferimento: se mi piace la tua Bio, con molta probabilità cliccherò sul link per saperne di più su di te. E come si dice: “da click nasce cosa”.
Chiarezza e creatività: nel micro-copywriting è ancora più difficile coniugare questi due elementi. Tu, a quale dei due daresti priorità?

Mai provato i “copy-bottoni social”?

Oddio, che fatica la scelta dei bottoni social in home page. Classici o creativi? Li metto su, li metto giù o nella dynamic bar? Infidamente, ti metto davanti a un altro dubbio: è meglio mettere i tuoi bottoni social soli soletti o farli accompagnare da un piccolo testo? Ne abbiamo parlato qualche giorno fa sulla pagina Google+ Pennamontata, prendendo spunto da un articolo di Marketing Sherpa.

Nell’immagine qui sotto, ti propongo un esempio di micro-copywriting sui bottoni social che trovi sul blog dell’amico Daniele Imperi alias Penna Blu. Che ne pensi? Credi che il testo possa invogliare il tuo lettore a seguirti su Twitter, Facebook, Google+ e in capo al mondo?

copy e bottoni social
Potresti farti la stessa domanda per i bottoni social con cui chiedi ai lettori di condividere i post del tuo blog. Lo so, è insolito. Tuttavia, se il numero di share stenta a lievitare, potresti testare i copy-bottoni.

Bottoni CTA: dove il micro-copywriting fa la vera differenza

Di bottone in bottone, saltiamo sui CTA button. Il dilemma amletico intorno ai bottoni della CTA riguarda il loro colore: arancio, rosso, blu, verde? Magari si trascorrono ore e ore tra blog e forum per trovare una risposta al terribile dubbio cromatico, si decide quale colore usare e poi… poi si scrive sul bottone: “Clicca qui!”. -.-

Nel suo intervento Copy e visual per landing che convertono alla WebReevolution 2013, anche la nostra Valentina Falcinelli, copywriter esperta di LPO, ha sottolineato l’importanza del micro-copywriting sui bottoni CTA. Qui sotto, ti riporto un buon esempio a riguardo.

copy e bottoni CTA
Fonte: www.seocopywriting.com

Per approfondire, in generale, l’argomento CTA, ti consiglio questo post.

L’oggetto (e-mail) dei miei desideri

Sono nella mailing list di un numero indecifrato di aziende e professionisti vari ed eventuali e la mia casella di posta è piena zeppa di e-mail inviate dai suddetti non lette. La maggiorparte dei mittenti non si sforza minimamente di persuadermi con un oggetto di quelli che dicono: “aprimi!”.

Bisognerebbe frequentare un workshop di micro-copywriting per imparare a scrivere oggetti. Davvero! Non è per niente semplice attirare l’attenzione del lettore di e-mail. Anzi, iniziamo oggi a farlo insieme questo corso. Ti va? Ti dico cosa, secondo me, sarebbe bene mettere in oggetto:

  • Benefit first: regola sempreverde del copywriting. Dammi un’ottima ragione per aprire la tua mail. Se la apro, cosa ci “guadagno”?
  • Numeri: aiutano il lettore frettoloso a capire subito di cosa si parla. Nel caso di un’offerta, i numeri ti permettono di far leva sulla scarsità.
  • CTA: non c’è bisogno che spieghi perché è importante sia presente.
  • Nome: se hai modo, infilacelo il nome del destinatario. Sarà un po’ come dire: “sì, sto parlando proprio con te”.

E il tuo oggetto (e-mail) dei desideri com’è fatto?

Micro-copywriting per meta description sexy

Titoli e page title sono ovviamente modelli di micro-copywriting, ma io mi vorrei soffermare sulla meta description che è un po’ l’anteprima di una pagina web.

Non sottovalutare la sua importanza. Sebbene, a differenza del page title, la meta description non sia utile in termini di SEO, scriverla bene ti aiuterà a persuadere il potenziale lettore a cliccare.

La meta description non deve superare i 156 caratteri e le 30 parole. Altrimenti Google la taglia.

Hai l’occasione di esibirti nell’antica arte della sinteticità. Nelle poche parole che hai a disposizione, puoi dirmi cosa troverò nella pagina oppure provare a incuriosirmi attribuendo alla meta description la valenza di un teaser.

A ogni modo, quando scrivi una meta description, rendila sexy.

Newsletter: parole migliori, migliori risultati

Un’altra delle epiche fatiche del web è convincere le persone a iscriversi alla tua newsletter. Ancora una volta il micro-copywriting può aiutarti a rendere l’invito più allettante. Perché limitarti a un anonimo “Iscriviti alla newsletter”?

Fai lavorare un attimino di più le meningi e tentami con un messaggio più sfizioso. Oppure dimmi in cosa consisterà il contenuto dei tuoi aggiornamenti: mi segnalerai gli ultimi post del tuo blog o mi fornirai contenuti esclusivi? L’esempio qui sotto ti dà la misura di quanto un buon micro-copywriting possa far aumentare sensibilmente il numero di iscrizioni alla tua newsletter.

copy e newsletter
Fonte: www.contentverve.com

Facebook Ads: l’advertising ha i caratteri contati

E infine, vediamo un caso obbligatorio di micro-copywriting: gli annunci Facebook Ads. Qui hai i caratteri contati e li hai pagati per promuovere la tua pagina, il tuo sito, un evento…

Facebook Ads MilkaPrima di lavorare sul micro-copywriting di un annuncio a pagamento su Fb, devi essere conscio di queste tre cose: stai facendo puro advertising; stai facendo advertising su un social network; stai facendo advertising su Fb con un’headline di massimo 25 caratteri e un bodycopy di massimo 90.

Una volta assorbiti questi tre concetti, sei pronto per elaborare un concept e tradurlo attraverso il più strategico micro-copywriting per il tuo pubblico. Posso suggerirti un punto di partenza? Lavora sulle emozioni. Su una piattaforma come Facebook – e questo lo dico da utente – sono le emozioni a generare conversioni, conversazioni e condivisioni. Vedi l’annuncio della Milka qui a fianco, tutto studiato sulla tenerezza. Cosa ne pensi?

Paradossalmente, per scrivere questo post sul micro-copywriting, ho speso tante parole. E tu, non le spendi due parole per me nei commenti? Ti è venuto in mente qualche altro luogo in cui poter fare micro-copywriting?