Non so te, ma io…
Non sopporto le persone che entrano in ufficio e non danno il buongiorno ai colleghi.
E non sopporto le aziende, cui lascio i miei dati di contatto, che non mi danno il benvenuto. Che non si presentano. Che sottovalutano l’importanza di una email precisa: la welcome email.
Sembro Puffo Brontolone, lo so. Ma non dà fastidio anche a te la freddezza delle persone? A me sì. Mi procura lo stesso fastidio del mignoletto del piede che urta contro uno spigolo.
Si parla sempre più di human to human marketing. Ma quante imprese stanno davvero percorrendo i caldi sentieri della comunicazione personale? Quante si affidano a un copywriter per riscaldare i propri messaggi?
Oggi voglio parlarti di uno dei tasselli che contribuiscono a lastricare il lungo, lungo sentiero dell’H2H marketing. Quello che anche la tua azienda dovrebbe battere.
Ti spiegherò come si scrive una welcome email e ti mostrerò esempi di email di benvenuto a cui ispirarti per la tua. Perché da domani ne avrai una anche tu, per la tua newsletter e per i tuoi servizi. Ccciusto?
Una panoramica sulle welcome email
Prima di farti vedere i 3 esempi di email di benvenuto che ho scelto per te, ti lascio qualche accenno su ruolo e caratteristiche di una welcome email.
Il ruolo di una email di benvenuto
Innanzitutto chiariamo il ruolo delle welcome email. È semplice: le welcome email danno il benvenuto.
Un’azienda dovrebbe inviare la propria welcome email in almeno due casi:
- per dare il benvenuto alla propria newsletter;
- per dare il benvenuto nella propria piattaforma.
Lo scopo di una email di benvenuto è quello di far sentire il lettore unico e importante. Ti faccio un esempio concreto.
Immagina di andare a casa di un tuo amico per la prima volta. Lui ti ha invitato e tu hai accettato. Suoni il campanello di casa sua. Driiiin! Lui ti apre. Slack!* Trovi la porta di casa aperta, ma nessuno dall’altra parte che ti regali un sorriso o una parola gentile. Sigh… Nessuno che ti dica: “Prego, entra pure. Ti stavo aspettando. È un piacere averti qui. Grazie per aver accettato l’invito”. Sob.
E adesso prendi questa situazione, così com’è, e traslala nel digitale. Un’azienda t’invita a utilizzare i suoi servizi online, o a iscriverti alla sua newsletter. Tu accetti. Lasci i tuoi dati di contatto. Ma non ti arriva nessun messaggio di benvenuto. Ti senti un numero tra tanti. Ti senti un semino piccino picciò dentro a una zucca gigantesca.
A questo punto potresti obiettare che tu, alle email di benvenuto, non ci presti nemmeno attenzione. Che le cestini prima ancora di aprirle. Tanto, così fan tutti.
Ma lo faresti, cestineresti una email di benvenuto se trovassi lì ad accoglierti, nell’inbox, un oggetto accattivante? E se una volta lette le prime righe, ti sembrasse di sentirlo, il calore dello human to human marketing? Forse l’atto di cestinare è diventato routine perché non hai mai percepito quel valore aggiunto che ti spingesse a leggere. E magari persino a volerne di più…
Le caratteristiche di una welcome email
Sono poche le caratteristiche di una welcome email efficace. Pochi gli elementi che devi ricordare di inserire.
A tal proposito, spero che questo elenco possa tornarti utile:
- Rifletti bene sull’oggetto. Quando si scrive una DEM, l’oggetto è fondamentale. In una welcome email, prova anche a osare. Stupisci. Sii coinvolgente, emozionante, brioso.
- Inizia con un saluto. Se ti è possibile usare il campo nome, be’ tu fallo: otterrai un saluto più personale.
- Offri un benvenuto sincero. Non essere troppo entusiasta o rischi di passare per falso.
- Aiutati con la grafica. Un elemento visivo ti aiuterà a rimarcare il messaggio di benvenuto.
- Ricorda al lettore chi sei e cosa fai. Per esempio, puoi usare la tua proposizione di valore (value proposition). Non dilungarti troppo.
- Comunica cosa succederà. Cosa deve aspettarsi il lettore, da quel momento in poi? Spiegaglielo o, comunque, ricordaglielo.
- Rimarca i benefici. Perché è utile il servizio? Perché conviene essere iscritti alla newsletter? Usa un copy breve che vada dritto al dunque.
- Non essere prolisso. Anche qui, cerca di optare per un testo asciutto.
- Saluta. Fallo possibilmente con una firma: meglio un nome affiancato da qualifica, ma va bene anche un generico “Lo staff di” o “Il team di”.
- Inserisci i profili social dell’azienda.
- Ricordati di inserire l’opzione per disiscriversi.
Esempi di welcome email
E adesso passiamo in veloce rassegna qualche esempio di welcome email. Ho selezionato dei casi che trovo azzeccati. Perché? Be’, oh, tu continua a leggere e lo scoprirai.
L’email di benvenuto di Subito
Subito, il noto sito di classified italiano, ha da poco rinnovato del tutto la sua immagine aziendale. E noi di Pennamontata abbiamo aiutato il brand per quello che riguarda la definizione del suo nuovo tono di voce.
Qui puoi vedere la nuova email di benvenuto di Subito: il testo è asciutto, ricorda il perché ci si è iscritti e i benefici del servizio; la grafica giocosa contribuisce a rendere ancora più positivo e caldo il messaggio di benvenuto.
Ok, stavolta sono un po’ di parte. Ma ci sta. Passamelo, dai.
L’email di benvenuto di Airbnb
Un esempio molto diverso dal precedente. Qui siamo nel mondo di Airbnb. Il messaggio di benvenuto è tutto raccolto nell’header.
Nel corpo dell’email sono illustrati, letteralmente, tutti i passaggi da effettuare per poter usufruire del servizio. E nel footer? Lo vedi il messaggio d’ammmore?
L’email di benvenuto di Slack
Slack, che tra l’altro è pure un’app utile per il project management (a proposito: grazie al project manager Ivano Turi per la dritta), ha una welcome email di solo testo molto, molto efficace. Te la voglio mostrare perché, secondo me, è strutturata bene e può esserti d’aiuto nel progettare la tua.
L’efficace email di benvenuto di Slack si compone così:
- Saluto. Il saluto è enfatizzato dal punto di vista della grafica: font più grande e dello stesso colore del bottone CTA.
- Ringraziamento + Entusiasmo. Subito dopo il saluto, segue il ringraziamento per aver scelto il servizio (“Thank you for signing up to Slack”). E il brand mostra il giusto entusiasmo per l’iscrizione (“We’re really happy to have you!”).
- CTA. Se la welcome email viene inviata a seguito della richiesta di iscrizione a un servizio, è utile incentivare le persone a usarlo subito questo benedetto servizio. Quindi un bel bottone CTA torna utile.
- Riepilogo delle funzionalità. Il copywriter di Slack ha pensato bene di inserire la proposizione di valore dell’app, le funzionalità, i benefici. La grassettatura ha senso di esistere proprio lì, su quello “Slack is made for teams”.
- Assistenza. A questo punto il brand si dimostra pronto non solo a fornire assistenza, ma anche a ricevere feedback. “Good and bad, we want it all” (N.B.: Anche da questa espressione percepisco la qualità del lavoro del copywriter di Slack e l’aderenza al tono di voce scelto per il brand).
- Saluto di commiato. Mi piace anche il saluto finale scelto (“Good luck with Slack!”), un modo originale per dirsi ciao e per rimarcare, seppur in modo blando, l’invito all’azione.
- Post scriptum. Buono anche l’uso del post (post) scriptum. In questo caso, forse, dal punto di vista grafico avrei dato un’importanza tipografica inferiore a questi due messaggi.
E così siamo arrivati alla fine di questo post; ti ringrazio per avermi fatto compagnia. Dove vai ora? Aspetta, aspetta. Ti accompagno io alla porta. Ciao, eh. Torna quando vuoi: qui da Pennamontata sarai sempre il benvenuto.
* Su Facebook ho chiesto e ricevuto un sacco di suggerimenti sul suono onomatopeico di una porta che si apre: slam, gneeek, screek, gnik, gnek gnek, slam, stotoclònchete, creek, tloc, gneeek skataklank, slack… Alla fine ho scelto quest’ultimo. Grazie Francesco Marino e grazie a tutti!