Infografiche e Google: Mr. Cutts, noi veniamo in pace

Infografiche e Google: Mr. Cutts, noi veniamo in pace

Infografiche e SEO

Si vedono sempre più infografiche in giro per il web. Ma sono davvero la panacea SEO che in molti credono? Purtroppo no. La verità è che il portavoce del team antispam di Google, Matt Cutts, è stato piuttosto chiaro sull’argomento: Google sta tenendo sott’occhio le infografiche, l’uso che se ne fa e la loro qualità. In questo post approfondisco l’argomento con considerazioni e consigli.

Io non elaborerei una strategia SEO basata su creazione, pubblicazione e condivisione di infografiche”.

Questa una delle mie affermazioni al Festival del Web Marketing, che si è svolto lo scorso 4 luglio 2014 a Roma. Purtroppo la velocità della rete, e la necessaria sintesi richiesta dai social network, hanno sollevato dubbi e perplessità su questa particolare frase.

Quindi, per chi non c’era e per chi non ha la possibilità di rivedere i video, spiegherò perché considero le infografiche delle sorvegliate speciali da parte di Google.

Infografiche e Content Marketing

Il content marketing è il marketing che aiuta. Quindi, per farlo bene, non ci basta produrre solo articoli del blog, ma dobbiamo elaborare anche tutta una serie di contenuti da offrire al nostro pubblico. Quale può essere il miglior rappresentante del content marketing se non un’infografica?

Le infografiche sono belle da vedere, vanno di moda, possono essere create online con facilità (se ci si accontenta) e permettono di capire dati complessi con un solo colpo d’occhio. Wow! Ma allora abbiamo trovato la forma perfetta di content marketing! Uhm, no.

Come purtroppo accade spesso, dove passa un consulente di marketing non cresce più l’erba. Delle infografiche si è fatto un abuso indiscriminato. Abbiamo visto infografiche talmente complesse che hanno rinnegato il loro scopo principale, ovvero quello di rendere comprensibili dei dati complessi. Sono nate applicazioni che generano con 2 clic infografiche per tutti i gusti: insomma, ha iniziato a imperare l’era del “fast food delle infografiche”, dove la creatività e la qualità grafica della realizzazione sono state relegate all’ultimo posto perché l’importante era sputar fuori infografiche a più non posso.


Le infografiche sono state spesso usate e abusate con il solo scopo di ingannare Google e manipolare i risultati di ricerca.

Sappiamo bene, però, che quando si verifica un abuso di una data tecnica, seppur onesta al principio, suona sempre il telefono rosso del team antispam di Google. E a rispondere dall’altra parte c’è il capo di questo settore: Matt Cutts.

Il venerabile ha dapprima avvertito tutti che il suo team stava valutando attentamente l’uso delle infografiche. In un’intervista con Eric Enge ha affermato infatti che non c’è nulla di sbagliato col concetto di infografica. Ciò che preoccupa è l’uso che se ne fa e la qualità delle infografiche stesse.

A distanza di un anno dall’intervista sopra riportata, Matt Cutts è tornato sul tema infografiche in questo video.

Il suggerimento è quello di usare le infografiche per:

  • far conoscere il proprio brand;
  • far arrivare traffico sul sito;
  • offrire un contenuto utile al pubblico.

Consiglio più importante è non basare la tua strategia di link building sfruttando le infografiche. Ricordati quindi di usare il rel nofollow nel link distribuito per la condivisione dell’infografica, se questa avverrà su larga scala.

Infografiche e concetti SEO

L’affermazione di Matt Cutts contiente in sé diversi concetti SEO molto importanti. Prima di tutto ci tocca ingoiare un boccone amaro e accettare che, anche se produciamo ottimi contenuti, dobbiamo prestare attenzione alle richieste di Google.

Verifica di aver osservato le linee guida di Google

Quindi, anche se la nostra infografica rappresenta dei dati verificati e utili, ed è realizzata ad arte, prima di pubblicarla sul sito dobbiamo verificare la corrispondenza alle linee guida di Google.

[valefalci]In che modo un comune copywriter, che magari ha realizzato l’infografica con un tool automatico come Visual.ly, può verificare la corrispondenza alle linee guida di Google? Ci faresti un esempio pratico?[/valefalci]
[valerio2]Semplice, dobbiamo essere onesti con noi stessi e chiederci: “Per quale motivo sto creando un’infografica? Per i miei lettori o per avere tanti bei backlinks per Google?”. Se la risposta è la seconda stiamo già toppando. Attenzione, poi, a essere davvero onesti. Spesso tanti affermano di scrivere per i lettori ma non ne tengono minimanente in conto esigenze, preferenze e gusti e continuano a rovesciare sulle pagine del loro sito tonnelate e tonnelate di informazioni, post e infografiche.

Ricordiamoci sempre che non siamo noi, autori, a creare un contenuto di qualità, ma è il pubblico, con i suoi comportamenti, a definire un contenuto di qualità.[/valerio2]

Inserisci il rel nofollow

Il secondo aspetto SEO coinvolge gli aspetti tecnici del link proposto ai lettori per la condivisione. Anche se molti non saranno d’accordo circa l’uso del rel nofollow (mi riferisco proprio al concetto di “rel nofollow”), questo è necessario per evitare penalizzazioni.

[valefalci]Quindi dobbiamo impostare noi, nel link per la condivisione, un rel no follow? Questo ovviamente nel caso in cui andiamo a creare un codice da embeddare, giusto? E se inseriamo l’infografica come elemento visivo integrato all’interno del post, come dobbiamo comportarci?[/valefalci]

[valerio2]Sì, esatto, dobbiamo impostarlo noi e questo è uno degli altri fattori affinché un’infografica non infranga le linee guida di Google (devo far notare che sto semplificando alcuni problemi SEO).

Se invece di favorire l’embedding inseriamo l’infografica come immagine all’interno del post, dobbiamo comunque monitorare con appositi tool ciò che ne viene fatto sulla rete. In particolar modo dobbiamo controllare i backlinks che puntano al nostro sito, quelli che altri blogger e webmaster avranno creato.
[/valerio2]

Attenzione alla distribuzione su larga scala

In ultimo, il concetto di attività promozionale su larga scala. Questo che non ha senso di per sé, ma è un dato di fatto che potrebbe spiegare come mai alcune azioni su alcuni siti vengono penalizzate e le stesse su altre vengono penalizzate dopo molto tempo.

[valefalci]E qui la copywriter si ritrae nel suo guscio di ignoranza. Distribuzione su larga scala? Eh?[/valefalci]

[valerio2]Non solo la copywriter, ma tutte le donne e gli uomini di buona volontà non hanno capito questa, come tante altre affermazioni senza senso di Google. Probabilmente se pubblichiamo un’infografica ogni tanto, ovvero se la nostra strategia editoriale non è basata perlopiù sulle infografiche, oppure se le condivisioni delle nostre infografiche non avvengono su larga scala (pensiamo a questo sito in confronto a quello di una testata giornalistica di livello nazionale) allora potremmo stare tranquilli.

Purtroppo Google non è mai chiaro e anche un contenuto di qualità pubblicato senza pensare minimamente al motore di ricerca potrebbe essere penalizzato.[/valerio2]

Infografiche e Google: conclusioni

Insomma, anche se le nostre infografiche sono di qualità, e possono essere un’ottima forma di content marketing, e anche se inseriamo il rel nofollow e quindi stiamo comunicando al motore di ricerca che veniamo in pace, di fatto stiamo usando una forma di contenuto che in questo momento il team antispam di Google tiene sotto osservazione.

Non solo non possiamo usare le infografiche per guadagnare in modo onesto dei link (se la nostra attività promozionale è su larga scala – concetto assurdo), ma dobbiamo anche monitorare ciò che ne viene fatto sulla rete per evitare che Google penalizzi il nostro sito a causa di attività svolte da altri.

Ecco perché io non elaborerei una strategia SEO basata su creazione, pubblicazione e condivisione di infografiche. Potendo scegliere, ti consiglio di usare altre forme di content marketing, senza abusarne. Questo sia per non annoiare il tuo pubblico, usando sempre la stessa forma di comunicazione, sia per non far suonare i campanelli d’allarme di Google.

E tu, hai qualche domanda da pormi come ha fatto Valentina nel post?

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