Un logo ben progettato, un sito impeccabile, una tagline che fa fermare: tutto molto utile.
Ma insufficiente.
A fare davvero la differenza è quel che sta dietro tutto questo: la brand personality. Quella che si manifesta in ogni asset del brand, che parla chiaro, che risuona nel pubblico, che crea legami.
Un brand solido è prima di ogni altra cosa un brand che sa chi è. E ha il coraggio di mostrarlo. È qui che entrano in gioco gli archetipi di brand.
Cosa sono gli archetipi e perché sono fondamentali nel branding
Gli archetipi sono modelli universali di comportamento. Vivono nel nostro immaginario collettivo da sempre e ci permettono di leggere il mondo.
Nel branding, vengono utilizzati come uno dei vari tasselli utili a costruire la struttura della personalità di una marca. Permettono ai brand, assieme a tutte le altre sfaccettature dell’antropomorfizzazione di marca, di farsi percepire come coerenti, autentici, umani.
Perché funzionano? Perché si mettono in relazione con la nostra sfera emotiva, attivano meccanismi di riconoscimento immediato e costruiscono legami.
Archetipi strategicamente scelti danno una struttura credibile alla brand personality e orientano le scelte espressive e i comportamenti della marca: dal tone of voice alla visual identity, dalla customer experience alla content production, fino alle azioni intraprese dall’azienda.
I 12 archetipi di brand: una guida con esempi
Ogni brand dovrebbe identificarsi in più di un archetipo: sia in assoluto, sia in relazione a necessità del momento (es. campagne). Un archetipo, infatti, non basta per esprimere la profondità e la pienezza di una personalità di marca ben orchestrata. L’importante è individuarne uno dominante, e un paio secondari, e costruire attorno a esso un’identità coerente. Qui di seguito esploriamo i 12 archetipi principali e, per ciascuno, analizziamo le caratteristiche salienti, le leve emotive e un esempio di brand che lo incarna.
Prima di procedere dobbiamo però fare delle doverose precisazioni:
1. Esistono molto più di 12 archetipi.
2. Gli archetipi, da soli, non servono a niente: vanno accompagnati da considerazioni più approfondite.
3. Gli archetipi vanno considerati come delle “euristiche” – scorciatoie. Rischiano pertanto, se presi come unico riferimento, di appiattire la personalità del brand e semplificarla in modo eccessivo.
4. In alcuni casi, gli archetipi rischiano di diventare una forzatura: considerarli come la condizione essenziale per la costruzione di un’identità di marca può diventare quindi un limite, anziché un’opportunità.
5. Non vanno confusi archetipi con brand strategy. L’archetipo è una lente narrativa, non un asse strategico. Senza un posizionamento solido, rischia di essere solo “forma senza sostanza”.
6. Gli archetipi sono statici: non contemplano le evoluzioni dinamiche di un brand nel tempo che invece vanno necessariamente prese in considerazione.
Per concludere, e addentrarci nei dettagli dei 12 principali archetipi, un’ultimissima riflessione. Gli archetipi sono strumenti utili ma non esaustivi. Possono ispirare e guidare, ma non devono ingabbiare. Il rischio maggiore non è usarli, ma usarli male, cioè come soluzione universale invece che come elemento di una strategia più ampia.
1. L’innocente
Promessa: la felicità è possibile.
Desiderio profondo: vivere in un mondo armonioso, semplice, buono.
Brand esempio: Dove.
L’innocente è l’archetipo della semplicità, della bontà, della purezza, dell’ottimismo. I brand che lo incarnano offrono rassicurazione, speranza e un ritorno a valori puri. Dove, per esempio, sostiene la bellezza autentica, rifugge i canoni irrealistici e promuove un’immagine positiva di sé. Ci mette a nostro agio e ci fa sentire bene con noi stessi – lo fa da molto prima che diventasse un trend.
2. L’esploratore
Promessa: libertà.
Desiderio profondo: superare i confini, scoprire il proprio io.
Brand esempio: The North Face.
L’esploratore ama l’avventura, la scoperta, la dimensione autentica. Questo archetipo ispira brand che invitano a uscire dalla comfort zone per abbracciare l’ignoto, ciò che ci spinge oltre i limiti precostituiti. The North Face trasmette questo spirito in ogni suo contenuto, posizionandosi come compagno di viaggio ideale per chi cerca esperienze emozionanti, fuori dall’ordinario.
3. Il saggio
Promessa: la verità è un bene da condividere.
Desiderio profondo: comprendere il mondo e diffondere conoscenza.
Brand esempio: Google.
Il saggio è l’archetipo della chiarezza, della razionalità, della guida attraverso la conoscenza. Parla con autorevolezza, ma senza risultare presuntuoso o arrogante. Google ne è l’incarnazione: fornisce risposte affidabili, organizza l’informazione globale e la rende accessibile a tutti. Il tono è sobrio, l’esperienza utente essenziale e intuitiva. Ogni scelta, dal design al contenuto testuale, è pensata per semplificare la comprensione. È il brand che non alza mai la voce, perché viene ascoltato per la sua competenza.
4. L’eroe
Promessa: ogni ostacolo può essere superato.
Desiderio profondo: affermare il proprio valore, andare oltre i limiti.
Brand esempio: Nike.
L’eroe è determinato, in costante tensione verso il superamento dei propri limiti. È l’archetipo del coraggio, della sfida, del progresso conquistato con impegno. I brand che lo incarnano parlano di resilienza, obiettivi ambiziosi, battaglie vinte, superamento delle difficoltà. Nike è il manifesto di questo spirito: ogni campagna è una storia di conquista. Il linguaggio è diretto e motivazionale. Just Do It non è solo uno slogan: è una chiamata all’azione, un’affermazione di potere personale.
5. Il ribelle
Promessa: le regole sono fatte per essere riscritte.
Desiderio profondo: rompere gli schemi, cambiare lo status quo.
Brand esempio: Harley-Davidson.
Il ribelle rompe gli equilibri, sfida l’autorità, insegue la propria idea di libertà. È l’archetipo del cambiamento, dell’insubordinazione, della rivoluzione. I brand che lo abbracciano si rivolgono a chi rifiuta l’omologazione, a chi cerca un’identità fuori dagli schemi. Harley-Davidson ha reso questo spirito iconico: il brand è da sempre simbolo di indipendenza. La comunicazione è potente, viscerale.
6. Il mago
Promessa: la trasformazione è possibile.
Desiderio profondo: cambiare il mondo attraverso creatività e immaginazione.
Brand esempio: Disney.
Il mago trasforma, è l’archetipo della visione, dell’intuizione, della meraviglia che si fa reale. Trasforma l’ordinario in straordinario, portando le persone in un altrove possibile. I brand che lo incarnano stimolano l’immaginazione e offrono esperienze immersive, sorprendenti, trasformative. Disney lo fa da sempre: vende incanto. Il brand conduce l’utente in una dimensione altra dove tutto può accadere. Dove il sogno diventa reale.
7. L’amante
Promessa: la bellezza va celebrata.
Desiderio profondo: vivere emozioni intense, creare legami.
Brand esempio: Chanel.
L’amante è l’archetipo del desiderio, della passione, della cura assoluta per ogni dettaglio. Invita a vivere con pienezza, a lasciarsi coinvolgere, a scegliere ciò che emoziona. I brand che lo adottano fanno leva su un’estetica raffinata, su un linguaggio sensoriale, su atmosfere dense di fascino. Chanel ne è l’emblema: ogni profumo, ogni campagna, ogni prodotto è costruito per celebrare l’attrazione, la promessa di un’eleganza intramontabile.
8. Il giullare
Promessa: il gioco è una cosa seria.
Desiderio profondo: alleggerire la vita, creare connessione attraverso il sorriso.
Brand esempio: M&M’s.
Porta leggerezza, rompe la quotidianità con ironia, disinnesca i drammi con una risata. È l’archetipo della vitalità, e usa l’umorismo per unire. I brand che lo incarnano trasformano ogni interazione in intrattenimento, ogni messaggio in un’occasione per sorridere. M&M’s ha costruito un universo narrativo in cui i suoi personaggi dissacrano la pubblicità stessa e giocano con lo spettatore. E in quel gioco, costruiscono relazioni.
9. L’angelo custode
Promessa: sei al sicuro, ci sono io.
Desiderio profondo: proteggere, nutrire, offrire supporto.
Brand esempio: UNICEF.
L’angelo custode, anche chiamato caregiver, incarna la dedizione, la cura, il senso profondo di responsabilità verso il prossimo. È l’archetipo che si prende carico dei bisogni altrui con empatia e generosità, costruendo relazioni fondate sulla fiducia. I brand che lo adottano parlano con voce rassicurante, mettono al centro l’ascolto, si fanno garanti di sicurezza e sostegno. UNICEF ne è l’espressione più autentica: ogni messaggio racconta un impegno reale, ogni azione mira a proteggere chi non ha voce. È una comunicazione che accoglie e accompagna.
10. Il creatore
Promessa: l’immaginazione trasforma la realtà.
Desiderio profondo: creare ciò che non c’era.
Brand esempio: LEGO.
Il creatore è spinto dall’urgenza di dare forma al nuovo: vuole plasmare un mondo proprio. È l’archetipo dell’originalità, dell’invenzione, dell’autenticità espressiva. I brand che lo incarnano celebrano la libertà creativa e invitano il pubblico a diventare parte di questo entusiasmante processo. LEGO è la sintesi perfetta di questo spirito: un invito all’immaginazione, alla costruzione, mattoncino dopo mattoncino, del proprio universo. Il linguaggio è ispirante, l’esperienza è immersiva, la promessa è concreta: puoi creare tutto ciò che immagini.
11. Il sovrano
Promessa: l’eccellenza è ordine, visione, potere.
Desiderio profondo: guidare, organizzare, dettare le regole.
Brand esempio: Rolex.
Il sovrano rappresenta la leadership, l’autorevolezza, il desiderio di stabilire un ordine superiore. È l’archetipo che detta le regole, stabilisce lo standard, definisce cosa conta davvero. I brand che lo incarnano non seguono le tendenze: le creano. E lo fanno con un tono sicuro. Rolex esprime questo posizionamento in ogni suo aspetto: è un brand simbolo di potere, prestigio, selettività.
12. L’uomo comune
Promessa: ti capisco perché sono come te.
Desiderio profondo: appartenere, far sentire inclusi.
Brand esempio: IKEA.
L’uomo comune è l’archetipo della prossimità, dell’empatia, del senso di appartenenza e comunità. Parla in modo diretto, senza fronzoli, e si rivolge a chi vuole sentirsi incluso. I brand che lo adottano puntano su semplicità, accessibilità, autenticità. IKEA ne è un esempio: propone soluzioni sempre accessibili e mai elitarie, con un linguaggio semplice e con prodotti per ogni tasca. La promessa è concreta: migliorare la vita di tutti, senza ostentazione.
Dagli archetipi a una brand identity forte
Scegliere uno o più archetipi per il proprio brand è una decisione strategica. Si individuano con metodo. Si lavora con rigore. Si traduce il tutto in codici verbali, visivi, sonori o olfattivi coerenti, memorabili.
Per fare tutto questo servono esperienza, professionalità, strategia. Perché ogni archetipo attiva una diversa leva emotiva, comunica una precisa visione del mondo, orienta ogni gesto del brand: dal linguaggio ai comportamenti, dalle promesse ai prodotti. Bisogna saper costruire un impianto solido, che regga nel tempo e che sia capace di rispondere alle trasformazioni del mercato.
È in questo, però, che potete fare la differenza: una personalità distintiva è l’unico modo che avete per farvi conoscere, ritagliarvi il vostro spazio di attenzione, farvi scegliere, ricordare e amare.
Se volete che la personalità del vostro brand diventi viva e vibrante, noi siamo qui. Pronti a darle corpo ben oltre gli archetipi.