App copywriting. Consigli per scrivere copy creativi

App copywriting. Consigli per scrivere copy creativi

Ogni problema ha la sua… app. Vuoi dimagrire? Sapere che tempo farà domani? Tradurre il tuo ultimo blog post in mandarino? C’è un’app per tutto. Ma rimane un problema: trovare le giuste parole per promuoverla negli store. Se oltre a scaricare app, ti occupi anche dei loro testi, per cASO sai già di cosa sto parlando? Scrivere micro copy non è semplice. Per questo oggi, invece di consigliarti qualche app da scaricare, proverò a darti qualche dritta sull’app copywriting. Non tappare via, eh.

Non ci girerò troppo attorno. L’app marketing è un settore sempre più frizzante, fervido, in crescita. Non sono io a dirtelo; sono i numeri a parlare per me.

Pensa che:

  • ogni giorno 18 milioni di utenti accedono a internet da device mobili;
  • le persone dedicano una media di 37 ore al mese alla consultazione delle loro app preferite.*

È proprio app mania, eh? Se ti occupi di copywriting, capisci da solo l’importanza del tuo ruolo nel marketing delle app: tante app, tanti testi da scrivere, tante possibili richieste di lavoro per te. Quindi ora non rimetterti a giocare a Ruzzle. Resta con me e scoprirai come scrivere micro copy creativi e funzionali.

Il copywriting delle app

Quante app hai sul tuo smartphone? Io tante, a volte fin troppe. Dico a volte perché mi capita spesso di scaricarle attratta dalla loro descrizione, ma poi, appena comincio a usarle, mi deludono e le elimino.

Nel copy delle app è meglio non mentire. Qui le bugie hanno le gambe corte quanto il tempo di un download con il 4G.

A decretare il successo di un’app non è solo l’idea sottesa all’applicazione, o il suo funzionamento, ma pure il testo della descrizione.

Anche perché, diciamoci la verità, di applicazioni che offrono lo stesso servizio ce ne sono a bizzeffe. Basta pensare alle app per editare le fotografie. Nella maggior parte dei casi il “la” al download di un’applicazione invece che di un’altra ce lo dà proprio il copy.

E qui arriva il bello: l’ASO (app store optimization) è un campo in fermento. Non esiste una formula magica per far schizzare la tua app in cima alla classifica e, purtroppo, nemmeno una “Bibbia” di riferimento.

Io mi sono fatta un bel giro in alcuni siti autorevoli del settore, e ho estrapolato per te le informazioni più utili per scrivere micro copy con effetto “tappa download”.

Tips and tricks del copy delle app

Puoi anche creare l’app numero 1 al mondo, ma hai poche battute per farlo capire a chi sta navigando sullo store.

Detto tra noi, anche se davvero riuscissi a creare un’app rivoluzionaria, ti consiglio di eliminare “numero 1” dal tuo copy. Su iTunes, in 10 minuti, ho trovato almeno 15 app miracolose con questa descrizione.

Iniziamo col vedere, brevemente, le principali differenze tra l’App Store e il Google Play Store.

Sull’App Store hai 3 campi da riempire:

  • per il titolo hai a disposizione 255 caratteri;
  • per le keyword hai a disposizione 100 caratteri;
  • la descrizione non può superare i 4.000 caratteri.

Su Google Play, invece, trovi solo 2 campi:

  • il titolo, lungo al massimo 30 caratteri;
  • la descrizione, di massimo 4.000 caratteri.

Avrai notato che su Google Play manca il campo delle keyword.
Come si traduce questa differenza in micro copy? Mentre sull’App Store la descrizione dell’app può essere più coinvolgente e meno legata alle keyword, su Google Play sei molto più legato alle parole chiave. Sta a te riuscire a inserirle con naturalezza all’interno dei tuoi testi.

Altra dritta da tenere a mente: quando compili il campo keyword sull’App Store, separa le parole con la virgola e senza spazio. Così:

Keyword1,keyword2,keyword3….

Guadagni caratteri e le parole vengono comunque lette dall’algoritmo studiato da Apple.

Vien da sé che se vuoi caricare l’app su tutte e due gli store dovrai scrivere due copy differenti. Lo so, è una brutta notizia, ma qualcuno doveva pur dirtelo prima o poi.

E ora veniamo al nome. A meno che tu non abbia la brand awareness di “Airbnb”, ti consiglio di non scegliere un nome generico e astratto. Il nome dell’app è una keyword e, al tempo stesso, deve già descrivere in breve la value proposition dell’applicazione.

Mettiamo tu abbia sviluppato un’app di workout che con solo 7 minuti di allenamento al giorno trasforma il tuo corpo in quello di Belen Rodriguez.

Il titolo corretto dell’app, in questo caso, potrebbe essere: “Workout in 7 minuti”, e non un semplice “Allenamento miracoloso”.

Evita inoltre i caratteri speciali nel naming perché questo sarà ripreso nell’url.

Altra cosa, localizza la tua app. Se sviluppi un’app con la mappa degli autovelox italiani, specifica la nazione nel titolo. “Mappa autovelox Italia” è da preferire a “Mappa autovelox”, per esempio.

Le informazioni precise e dirette sono amate dagli utenti, aumentano i download e diminuiscono l’eliminazione successiva dell’app dallo smartphone.

Prima di cominciare a buttare giù la tua descrizione, dai un’occhiata a questa infografica che ti svela tutte le novità del 2016 sull’ASO.

aso-infografica

5 app description da cui prendere esempio

In questo post mi sono concentrata solo sul copy per l’App Store. Ricordi che non puoi superare i 4.000 caratteri?
Bene, cerchiamo di usarli al meglio. Le primissime righe sono le più importanti perché gran parte della descrizione è nascosta dopo la voce “Altro”.

Quindi: trasforma i primi caratteri in informazioni salienti, CTA o value proposition.

Mi sono fatta un giretto nelle classifiche di iTunes, vediamo insieme quali sono le 5 introduzioni di app da cui prendere ispirazione.

1. Introduzione completa e diretta

Copywriting app Dropbox
Dropbox, in poco meno di 300 caratteri, ci dà tutte le specifiche del servizio e aggiunge anche un suo plus: “È facile inviare file di grandi dimensioni a chiunque, anche se non hai un account Dropbox.”

2. Introduzione riprova sociale

Copywriting app Skyscanner
Skyscanner preferisce giocare la carta della riprova sociale: “È impossibile che 35 milioni di persone abbiano fatto la scelta sbagliata”. E continua con una domanda “Hai bisogno di trovare un volo economico?” e con una CTA invitante “Salva tempo e soldi con Skyscanner”.

3. Introduzione con recensioni

Sai qual è il bello di scrivere testi per le app? Che una volta scritto il primo, sei solo a metà dell’opera. Se l’applicazione riscuote successo, a ogni aggiornamento del linguaggio di programmazione segue un aggiornamento della descrizione. Ed ecco che qui il copywriter entra di nuovo in azione.

Il copy di Jetpack Joyride, come puoi vedere, inserisce le recensioni dei media.

Copywriting app JetpackJoyride

Chi l’ha detto che stretti nella morsa dei caratteri contati non si possa essere creativi? Medium, per comunicare agli utenti i suoi ultimi aggiornamenti, ha inventato una conversazione con la nonna. Una di quelle trovate geniali che ti fa dire: perché non ci ho pensato prima io?

Copywriting app medium

4. Introduzione con le scuse

Applicazioni affermate nel mercato usano la descrizione dello store anche per rispondere ai commenti insoddisfatti degli utenti. Come Il Meteo, che si scusa per la presenza dei (fastidiosi) banner pubblicitari. Allo stesso tempo ne spiega l’importanza: senza pubblicità, infatti, l’applicazione non potrebbe essere gratuita.
Copywriting app Ilmeteo

5. Introduzione dettaglio

Quante app conosci che modificano le foto scattate con lo smartphone? Migliaia.
Per convincere gli utenti a scaricare la tua, ti consiglio di mettere subito in evidenza il suo valore aggiunto. Il testo di Kite Games Studios adotta questa tecnica e va dritto al punto dalla prima riga: “[…] evidenzia le parti selezionate in una foto, mantenendo queste parti colorate e trasforma il resto in bianco e nero”.

 Copywriting app KiteGamesStudio

Spiegare il funzionamento di un’app nelle prime 4 righe non è sempre possibile. Soprattutto quando l’applicazione ha diverse funzioni.

Per far sì che il testo della descrizione sia chiaro e leggibile, organizzalo in diversi paragrafi, a loro volta suddivisi in liste puntate. Ti consiglio di usare massimo 3 voci per ogni elenco. E che ne dici di utilizzare dei simboli (dito che indica, freccina, etc.) al posto del classico trattino?

Ora sei pronto a cimentarti col copy della tua app description. Prova a usare storeFront, una web app semplice e intuitiva che ti permette di vedere come verrà visualizzato sugli smartphone il testo prodotto.

storeFront

Grazie per avermi fatto compagnia fino alla fine. Ora però devo proprio salutarti. Sai com’è: mentre cercavo esempi per questo post ho trovato delle app di cui non posso proprio fare a meno. Corro a scaricarle! È app mania, ricordi?

* Nielsen Insights 2015

Fonti:
Iquii
Aso Professional

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