I 5 Twitter fail 2012. Quasi peggio della fine del mondo

I 5 Twitter fail 2012. Quasi peggio della fine del mondo

Sono quasi certa che, se anche il 21 dicembre dovesse verificarsi la fine del mondo predetta dai Maya (e detta e ridetta da chiunque), i 5 Twitter fail di cui parlerò in questo articolo difficilmente potranno essere cancellati dalla storia dell’universo. Ok, sto un po’ esagerando, ma concorderai con me nel sostenere che, per un’azienda, una cattiva gestione del social media marketing può essere pericolosa come un buco nero.

E, infatti, i casi che elencherò hanno sortito effetti deleteri per l’immagine delle aziende coinvolte. Siamo sulla galassia Twitter, quella su cui sono atterrate migliaia tra PMI e grandi aziende, chi più, chi meno virtuosamente. Il social dei cinguettii, da quanto possiamo leggere sul “2012 Social Media Marketing Industry Report”, è il secondo strumento (dopo Facebook) più utilizzato dai social media marketer. Il beneficio maggiore che si spera di ottenere è l’aumento della visibilità.

Quello che è sfuggito alle aziende che sono “cadute in fail” nel 2012, è che Twitter dà sì visibilità, ma anche quando si commettono errori. E più sono madornali, più l’eco di tweet e retweet si fa potente.

Non farti cogliere impreparato anche tu. Per il tuo SMM del 2013, impara dagli sbagli degli altri. Scopriamo assieme quali sono stati i più macroscopici dell’anno che sta per finire.

Da McDonald’s a Groupalia: storie di #hashtag sfortunati

Io non so chi si occupi delle strategie di social media marketing di certe aziende, fatto sta che alcuni di loro hanno commesso dei meri errori di valutazione, altri delle vere e proprie bassezze. E il popolo di twitteri, si sa, non le manda a dire, ma, armato di #hashtag, scatena la propria ira funesta.

Storia di una brutta storia: #McDStories

McDonald’s non ha iniziato proprio bene il suo 2012. Già me lo vedo il responsabile del SMM che, mentre fagocita l’ennesimo panino, butta lì la proposta: perché non lanciare l’hashtag #McDStories chiedendo ai follower di raccontare la propria esperienza al McDonald’s? Altro che “I’m lovin’ it”. Nel giro di poche ore si scatena il finimondo: gli utenti, invece di raccontare quanto è buono il Big Mac, iniziano a muovere le peggiori critiche. Un boccone così amaro, da McDonald’s non l’avevano mai mangiato. In quattro e quattr’otto l’iniziativa è stata chiusa, ma twitteri e blogger, mai sazi, hanno continuato, tanto da far guadagnare al vecchio Mc il primo posto nella classifica dei social media fail 2012.

Toyota: twitter spamming ovvero come farsi defolloware all’istante

Quale occasione migliore del Super Bowl per farsi pubblicità in America? Così hanno pensato alla Toyota, quando, in febbraio, hanno creato ben 9 nove account su Twitter per promuovere l’automobile Camry, usando un hashtag relativo alla manifestazione sportiva più amata dagli americani. L’accusa di spam non ha tardato ad arrivare e Toyota ha saggiamente deciso di chiudere gli account aperti.

Groupalia: come un tweet fa tremare un’azienda

Incommentabile il tweet di Groupalia, che, dopo il devastante terremoto che ha colpito l’Emilia lo scorso maggio, ha ben pensato di proporsi ai suoi follower così: “Paura del #terremoto? Molliamo tutto e scappiamo a #SantoDomingo”. Roba che ti viene voglia di prendere l’autore di queste parole e mandarlo a fare un viaggio “a quel paese”. Dopo la rivolta dei twitteri, Groupalia fa un passo indietro e porge le sue scuse. Molto poco riparatorie.

Trenitalia: l’azienda che imparò la parola “velocità” da Twitter

È giugno quando Trenitalia prende il treno sbagliato, quello dei viaggiatori incazzati neri con FS. L’azienda che mi fa fare ritardo a lavoro un giorno sì e l’altro pure, decide di invitare blogger della specie influencer a un’iniziativa che ha lo scopo di far conoscere al pubblico come si lavora lì. Per l’occasione viene lanciato l’hashtag #MeetFS; i viaggiatori twitteri se ne impossessano e, alla velocità di un Frecciarossa, non mancano di far sapere la loro a Trenitalia. E non si tratta di lodi.

Offerte speciali in vista dell’uragano Sandy

Il 29 ottobre, mentre gli americani se ne stavano barricati in casa a causa del passaggio dell’uragano Sandy, alcune aziende hanno avuto la spiacevole idea di approfittare dell’occasione per lanciare delle offerte commerciali. Tra queste, l’e-commerce di abbigliamento Urban Outfitters che gioca sull’uragano per veicolare un messaggio promozionale. Ti lascio immaginare le reazioni.

La lezione da imparare: Dio perdona… Twitter no! Non c’è bisogno di essere un esperto di social media marketing per capire che “social nefandezze” come queste si pagano care. E non c’è web washing che sia in grado di lavare certe macchie.

Ma dimmi un po’: conosci altri casi di Twitter fail? Se sì, non mancare di condividerli con me nei commenti. 😉

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