Il copywriting e le introduzioni che funzionano. Tecniche per farsi leggere

Il copywriting e le introduzioni che funzionano. Tecniche per farsi leggere

Chiunque scriva su un blog deve affrontare una sfida: farsi leggere. Ho un’opinione ben precisa sulla questione: breve, lungo o chilometrico che sia il tuo contenuto, se sai come accompagnare il lettore al suo interno, lui ti leggerà. Inizia a catturare la sua attenzione fin dall’ingresso dei tuoi articoli con un’introduzione magnetica. Qui parlo di 4 tipologie di introduzioni che funzionano, da “sfoderare” nei tuoi blog post. Buona lettura!

Hai mai sofferto del “blocco del lettore”?

È quella patologia che colpisce noi lettori del web e a causa della quale, anziché fare il nostro dovere di lettori – leggere –, bighelloniamo tra una riga e l’altra. Ce ne andiamo alla ricerca delle informazioni importanti e lasciamo perdere tutto il resto. E poi “click”, con un colpo di mouse condividiamo. Succede anche a te, ammettilo.

Ora, lo so, quando l’autore sei tu, sei contento se vedi lievitare il numero di like su un tuo post. Anch’io sarò soddisfatta se l’articolo che stai leggendo riceverà un bel numero di condivisioni e segnali di gradimento. Ma sai cosa mi darebbe maggiore appagamento? Sapere che il post, oltre a essere stato condiviso, è stato letto.

La vera sfida di un blog post è farsi leggere. Vanno bene le condivisioni “sulla fiducia”, ma molto meglio quelle “sul valore”.

Se hai letto tutto fin qui, ho buone possibilità che la tua lettura proceda. Vorrà dire che ce l’ho fatta: ho catturato la tua attenzione.

Per farsi leggere bisogna concentrarsi sull’inizio, bisogna “catturare” il lettore lì, sull’uscio. Lui entrerà dentro il tuo post, lo leggerà parola dopo parola, riga dopo riga, paragrafo dopo paragrafo, fino alla fine, fino alla CTA, fino ad atterrare sul bottone “Condividi”. Lui sarà un lettore più ricco e tu un autore più apprezzato.

Do per scontato, certo, che i tuoi siano post di qualità. Altrimenti il lettore avrà solo perso il suo tempo e tu sarai un autore meno apprezzato.

Ma ora veniamo alla sostanza: come si scrive un’introduzione magnetica?

Tecniche di scrittura per introduzioni d’effetto

Ti sarà capitato mille volte di guardare la vetrina di un negozio e non entrare. Spesso, i lettori si comportano così con i post.

Arrivano davanti al tuo articolo attirati dal titolo – l’insegna –, danno uno sguardo generale al contenuto, ma non entrano al suo interno.

Il tuo compito, quindi, è quello di instillare nel lettore la voglia o, ancor meglio, la necessità di fare un passo in più, qualcosa a metà tra il desiderio e il bisogno di andare avanti nella lettura. Come se a ogni riga, stessi saziando la sua fame di scoperta.

Come puoi accendere questa meravigliosa scintilla? Attraverso alcuni espedienti da schierare nell’introduzione.

Vediamo quali.

L’introduzione-abbraccio

Lo diciamo sempre: il web è conversazionale. E il blog è una delle piazze in cui conversiamo con le persone. Ecco perché puoi riservare al tuo lettore un benvenuto amichevole, con un’introduzione accogliente.

Guarda questi due esempi. Sono tratti da due e-book, ma rendono bene l’idea dell’introduzione-abbraccio.

“Content strategy for the web” di Kristina Halvorson e Melissa Rach:

intro ebook

“Clout. The art and science of influencial web content” di Colleen Jones:

introduzione ebook

Con un’introduzione così stabilisci subito un certo livello di confidenza, metti il lettore a suo agio e, allo stesso tempo, lo motivi. Con un’introduzione così, il lettore si accomoda dentro il tuo post e la conversazione può avere inizio.

Aprire con una domanda d’effetto

Conosci Jon Morrow? È un grande esperto di blogging. All’interno del suo blog Boost Blog Traffic – che, a proposito, ti consiglio di seguire –, ho scovato un interessante articolo su come scrivere un’introduzione. L’autore, Shane Arthur, mette l’accento su un elemento-chiave da utilizzare per catturare “al varco” l’attenzione del lettore: la domanda.

Con una domanda, la giusta domanda, puoi creare fin da subito una sorta di campo magnetico tra il post e chi ce l’ha di fronte.

Shane porta a sostegno di questa sua tesi proprio i blog post di Jon Morrow, notando come quest’ultimo, con una domanda a inizio post, riesca a ottenere l’effetto “a me gli occhi”. Queste sono alcune operazioni che ha compiuto Morrow attraverso le domande in apertura ai suoi articoli (traduco dall’originale):

  • È stato deliberatamente vago per creare curiosità (es. You know everyone thinks we’re fools, right?)
  • Ha menzionato argomenti che instillano paura (es. Did you know Google can make your blog disappear from its search results?)
  • Ha promesso informazioni personali (es. Can I tell you my worst nightmare?)

Ho adottato questa tecnica anch’io in questo post. Ricordi la mia domanda iniziale? “Hai mai sofferto il blocco del lettore?”

Ho cercato di richiamare la tua attenzione incuriosendoti. Avrei potuto giocare la carta della paura e scrivere: “Lo sai che nessuno legge i tuoi post?”. Oppure avrei potuto punzecchiare la tua curiosità con un dato confidenziale: “Da giorni mi assilla una domanda: e se nessuno leggesse i miei post?”.

Adesso che ci penso, il punto interrogativo ha la forma di un amo. E cos’altro sono queste domande se non degli ami? Le esche sono diverse, sì, ma tutte e 3 hanno lo stesso compito: agganciare il lettore e portarlo dentro il post, creando in lui la voglia-necessità di continuare a leggere.

Eccezionale il potere del punto interrogativo, vero?

Raccontare un aneddoto

La curiosità è… lettore. Se stimoli la curiosità del lettore fin dall’introduzione, gli darai un buon motivo per continuare a leggere. Uno dei metodi infallibili per farlo? Raccontagli un aneddoto.

L’aneddoto è la storiellina curiosa per antonomasia e possiede una forte carica narrativa. Sfrutta queste sue caratteristiche per ammaliare il lettore. L’effetto “continua a leggere” è garantito, non solo per il fascino dell’aneddoto in sé, ma perché da lì scaturiranno una serie di domande (“Perché mi hai raccontato questo aneddoto? Dove vuoi andare a parare?”) a cui si vorrà trovare risposta continuando a leggere.

Puoi utilizzare sia i classici aneddoti legati a fatti storici o a personaggi più o meno celebri, sia aneddoti personali, che hanno senz’altro una forte presa emozionale ed empatica.

A proposito, sai che esistono dizionari di aneddotica? Noi in ufficio abbiamo questo: “Dizionario degli aneddoti”, Michele Francipane – BUR collana “Dizionari”. E questo che vedi qui sotto è un aneddoto da lì tratto.

aneddoti sulla scrittura

Lanciare un dato statistico d’impatto

Come sappiamo, i numeri hanno un grande potere attrattivo. Quando inizi un post mettendo sul piatto un dato statistico d’impatto – meglio se poco noto – ottieni almeno 2 vantaggi:
1. Stupisci il lettore
2. Regali subito un’informazione utile.

Ecco un esempio preso da questo post di Copyblogger.

introduzione-post-copyblogger

Di fronte a un articolo che si mostra valido fin dalle primissime righe, il pensiero, più o meno conscio, del lettore sarà: “Questo è un post da leggere!”.

Letto tutto?

È arrivato il momento di mettere fine a questo lungo post sugli inizi. Chiudo come ho aperto, con una domanda per te: quale di queste tecniche trovi più efficace per farti leggere? Conosci altri modi per rendere le introduzioni magnetiche?

P.S.: Sì, lo so, sono 2 domande. 🙂