Le 10 cose che non dovrebbero mai mancare nel blog di un freelancer

Le 10 cose che non dovrebbero mai mancare nel blog di un freelancer

Biglietto da visita? Ce l’ho.
Logo? Ce l’ho.
Carta intestata? Mi manca.
Blog? Ce l’ho.

Vedo che stai passando in rassegna tutti gli strumenti di promozione indispensabili a un freelancer: bravo. Ma sei sicuro-sicuro-sicù di avere un blog fatto come si deve?

In questo articolo, anche se ogni tanto faccio come il calzolaio che va in giro con le scarpe rotte, ho tirato giù una bella check-list di elementi che proprio non devono mancare in un blog da freelancer.
Un grazie anche ai follower, fan e amici che mi hanno aiutato nel trovare tanti altri ingredienti da aggiungere a questa ricetta.

1. Update costanti

Come il nostro caro Valerio ci insegna, “Google ama i siti con contenuti aggiornati”. Google Freshness docet. A prescindere da quanto la freschezza dei contenuti possa piacere a Mister G., tu cerca di curare il tuo blog con update regolari.

Quanti nuovi post scrivere al mese? Credimi: non esiste un numero perfetto, esatto, che di notte ti faccia dormire sereno e pacioso. So che da freelancer il tempo a tua disposizione è poco. E lo so perché io ho dovuto forzare le lancette degli orologi, pure quelli digitali, per allungare la giornata lavorativa e incastrare tutti gli impegni. Però – c’è sempre un però – abbozza una sorta di piano editoriale. Non riesci a scrivere un post ogni settimana? Prova a farne uno ogni 15 giorni. A ogni modo, sforzati di mantenere una certa costanza.

2. Qualità in bella vista

Postare tutti i giorni articoletti banalotti oppure postare meno e mostrare di che pasta sei fatto? Ecco, il secondo punto ci riporta a tuffo-di-panza al primo. Nel tuo blog, non devi mai perdere di vista la qualità dei contenuti. Devi far percepire al lettore che dietro a ogni post, anche dietro quello più breve, c’è un lavoro di ricerca, analisi, approfondimento.

Matteo Piselli per Pennamontata

Giulio Gargiullo per Pennamontata

3. About Page con i fiocchi

Per quanto capolavoro possa essere questa canzone, evita una About Page alla “Miserere”.

Ma dove sono e cosa faccio
Come vivo?

Vivo nell’anima del mondo
Perso nel vivere profondo!

Voglio dire, cerca di parlare di te. Di far capire in che modo tu, e i tuoi servizi, possiate davvero essere d’aiuto alle persone che ti cercano. Evita l’autoreferenzialità. Va’ dritto al sodo. Tira fuori i benefici della tua freelancitudine per gli altri.

Valentina Lepore per Pennamontata

annarita faggioni per pennamontata

Anna Baldo per Pennamontata

Roberto Salvato per Pennamontata

4. Informazioni di contatto

Può sembrare banale, ma mi è capitato di imbattermi in più di un blog in cui le informazioni di contatto erano nascoste come la cellulite delle VIP. Voglio dire: lavori come freelance, vendi il tuo lavoro, scrivi post di qualità che fanno capire che ci sai davvero fare? E allora: cosa ti nascondi a fare?

Crea una pagina CONTATTI o, in alternativa, se la pigrizia ha preso il sopravvento, aggiungi i tuoi riferimenti nel footer. Così se un domani mi dovesse servire un collaboratore, saprò subito come entrare in contatto con te. Perché, sai com’è, in copywriting me la cavo ma in telepatia… 😉

Jacopo Duse Masin per Pennamontata

5. Interazione con i lettori

Sei mai arrivato in un blog dove l’autore, piuttosto che rispondere ai commenti, venderebbe il suo Mac nuovo di zecca a Portaportese? Be’, a me sì, e questa cosa m’infastidisce peggio del lunedì mattina.

Se hai un tuo blog, oltre a rispondere ai commenti – pure a quelli negativi! -, dovresti stilare una sorta di piano editoriale d’interazione. Cosa vuol dire? Vuol dire che dovresti pensare a dei modi, più complessi di una “semplice” interazione via commento, per creare maggior engagement con i tuoi lettori.

Massimo Lazzeri per Pennamontata

Io, per esempio, sono per la co-creazione di contenuti. Questo post, come stai scoprendo a mano a mano che lo leggi, è farcito di interventi di persone che mi seguono sui social e che hanno risposto alla mia domanda: “Quali sono gli elementi indispensabili in un blog da freelancer?“. Usare questa tecnica ti impiegherà del tempo, ma il risultato in termini di qualità dei contenuti e di engagement è difficilmente replicabile in altri modi.

6. SEO

Nel tuo blog, scrivi per i lettori ma non perdere mai di vista il lato SEO. Avere un ottimo blog è tutto, ma diventa poco se il blog non è visibile, se non è ben posizionato, se nessuno riesce a trovarlo nei motori di ricerca.

Valerio per Pennamontata

Alessandro Veroli per Pennamontata

Cosa devi fare, quindi, se non hai la fortuna di poterti avvalere di un bravo SEO come Valerio Notarfrancesco? Be’, potresti:

  • Leggere tutti i post del nostro Corso SEO per Copywriter.
  • Partecipare al prossimo corso per copywriter e SEO Yummy Writing, che si terrà a Milano il 30 novembre e 1° dicembre.
  • Installare un plugin SEO valido, come per esempio WordPress Seo di Yoast (Joost de Valk).
  • Registrare il tuo blog negli strumenti per Webmaster di Google e impostare le statistiche con un tool gratuito come Google Analytics. Valerio ti consiglia, data la complessità di Analytics, di pensare a un massimo di 3 o 4 indicatori iniziali. In questo modo sarai più focalizzato sui risultati di partenza.
  • Impostare i post in maniera SEO oriented: page title, meta description, testi formattati e suddivisi in paragrafi, bold, tag semantici (H1, H2 e compagnia bella), keywords, etc.

Giuseppe per Pennamontata

giovy PennamontataGiovy Pennamontata 2

Benedetto Motisi per Pennamontata

7. Branding

No, vecchio beone di un copywriter che non sei altro. Il branding non c’entra niente col brandy (che comunque è ottimo per il risotto con gli scampi). Nel tuo blog lascia sempre trasparire il tuo brand.

Hai dei colori “istituzionali”? Riportali anche nel blog. Non creare tante immagini diverse di te: cerca di portarne avanti una e di darle tutta la spinta possibile.

8. Sociability

Io dico sempre che un copywriter non finisce sulla tastiera, su un monitor o sulla carta. Un copywriter non è solo parole: un copywriter è anche – e soprattutto – relazioni sociali.

Non chiuderti mai in una torre d’avorio. Scendi sul campo, sia offline che online, e creati il tuo network. In questo modo potrai puntare anche alla co-creazione di contenuti. Infine, ricorda che la tua brand authority passa anche per i social, quindi: aggiungi i widget social nel tuo blog.

Valerio Notarfrancesco per Pennamontata

Michaela Mati per Pennamontata

9. Usabilità

Scrivi bene. Sei social. Sei ben posizionato sui motori di ricerca. Ma se hai un blog poco user friendly, be’, che tipo di riscontro puoi pretendere?

Verifica sempre che:

  • I link siano tutti funzionanti.
  • La navigazione sia facile e intuitiva.
  • Tutti i tuoi articoli abbiano riportata la data di pubblicazione.

10. Grafica piacevole e brandizzata

Questo punto è strettamente legato al numero 7. Un branded blog non può prescindere da una grafica brandizzata. Ma non è tutto. La grafica del tuo blog da freelancer non dovrebbe essere solo brandizzata, ma anche piacevole, originale-e-pulita, invitante.

Copywriting e visual vanno sempre a braccetto. Non dimenticarlo.

+1. Pubblicità sì ma…

Dimentica l’intromission marketing. Lascia stare i popup. Se vuoi monetizzare il tuo blog, cerca di inserire la pubblicità in maniera discreta. Soprattutto, ricorda che il tuo migliore canale di vendita non sono i banner, ma i post.

Comunque, ricordati che Google penalizza i siti che presentano troppa pubblicità – soprattutto above the fold. Io te l’ho detto, poi vedi tu 😉

La checklist è finita, ma non andartene in pace. Resta altri 3 minuti per un commento veloce veloce. Cerchiamo di arricchire questa lista con altri elementi fondamentali.