Quando si deve dare un nome a qualcosa — laddove quel qualcosa può essere un sito, un evento, una mascotte, un prodotto… — si sta facendo un lavoro di naming.
Può capitarvi, per esempio, un cliente con la necessità di trovare un nome per il suo nuovo sito, nome con delle particolari caratteristiche come la presenza obbligatoria di una o più parole di cui almeno una in inglese. A me è capitato di dover trovare il nome di un dominio che contenesse il termine DATA, racchiudesse l’idea dell’Information Technology e che fosse composto da non più di 8 parole.
Ovviamente, quando si tratta di sottoporre all’attenzione di un cliente alcune* proposte di naming per un sito, occorre verificare prima che il dominio scelto sia libero. Provate a digitare su Google “Data+IT” e capirete a questo punto la difficoltà di trovare un dominio, con le caratteristiche appena menzionate, non ancora occupato…
Come trovare il nome per un prodotto?
In ogni modo, il naming è un processo creativo davvero molto divertente. Bisogna cercare di partire dal concetto base presente nel brief (quando c’è), metterlo sotto la lente di ingrandimento, guardarlo da vicino e poi scomporlo in tante piccole, minuscole parti. Il nuovo prodotto a cui trovare il nome ha come target i bambini dai 2 ai 4 anni? Bene, ok. Occorre entrare nel mondo dell’infanzia, trovare agganci, partire con dei giochi di parole, assonanze, metafore e capire poi come collegare il tutto al prodotto in questione.
Bambino, bambini… Pappa, stella stellina, latte, mamma, bua, bacino, amore, coccola… culla, copertina, Linus, ciuccio.
Non sto delirando. Sto solo lasciando fluire le idee, senza pensare a quello che sto scrivendo. Lascio scorrere le dita sulla tastiera, lascio che le idee si librino senza il mio controllo. Prende così vita un flusso di idee libero, incontrastato, autentico. Solo così, liberando la mente dai vincoli che spesso ci imponiamo, solo così è possibile trovare il percorso alternativo per comunicare qualcosa in maniera creativa.
* E con alcune intendo dire non più di 10, al massimo. Io di solito resto sulle 5-6 proposte che scelgo dopo aver effettuato una scrematura tra decine e decine di altre, a un’analisi approfondita, meno valide.